Avvocatessa sfregiata, pm chiede 20 anni

Rimini

RIMINI. Vent’anni di reclusione per Luca Varani, accusato di essere il “mandante”, diciotto invece sia per Rubin Ago Talaban sia per Altistin Precetaj, i suoi presunti complici nell’aggressione all’avvocatessa Lucia Annibali, avvenuta il 16 aprile 2013 a Pesaro. Sono queste le richieste di pena formulate ieri dal pm Monica Garulli. Pene severe (il processo si svolge a porte chiuse a Pesaro con rito abbreviato davanti al giudice Maurizio Di Palma) alle quali si sono associate anche le parti civili.

La prossima udienza per le arringhe difensive è prevista per il prossimo 17 marzo, poi - a meno di un anno dai fatti - arriverà la sentenza.

Lucia ieri mattina è stata la prima ad arrivare (è assistita dall’avvocato Francesco Coli) e come ha fatto anche nelle udienze precedenti è rimasta in aula, a pochi passi dall’uomo con il quale aveva avuto una relazione tormentata, seduto sul banco degli imputati. Luca Varani, 36 anni, avvocato pesarese iscritto al momento dei fatti al foro di Rimini, è accusato di lesioni gravissime (avrebbe assoldato i complici perché gettassero dell’acido in faccia a Lucia Annibali), stalking e tentato omicidio (secondo l’accusa in un’occasione precedente allo sfregio manomise i tubi del gas della casa di lei che si accorse in tempo della perdita). Altistin Precetaj avrebbe fatto da palo, mentre Rubin Talaban è sospettato di essere l’esecutore materiale dell’agguato (è difeso dall’avvocato Gianluca Sposito).

Il presidente Giorgio Napolitano il 25 novemnre scorso ha premiato la fierezza di Lucia Annibali nominandola Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica, una onorificenza che le sarà assegnata al Quirinale, il prossimo 8 marzo, alla vigilia del verdetto. All’uscita dal tribunale di Pesaro, la donna ha ricevuto come omaggio e simbolo di incoraggiamento un ramoscello di mimosa. A consegnarglielo le donne dell’Udi che in questi due giorni di processo hanno manifestato fuori dall’aula contro la violenza sulle donne e a sostegno dell’avvocatessa. Finora Varani ha ammesso solo di aver commissionato a uno dei due albanesi il danneggiamento dell'Audi nuova della Annibali. Sarebbero andati oltre le intenzioni, a sua insaputa. Esecutore materiale dell'agguato viene considerato Talaban, che Varani non conosceva (al cotrario di Precetaj) ma secondo l’avvocato Sposito non esisterebbero riscontri oggettivi che lo possono collocare nell'appartamento dove si è consumata l’aggressione. (a.r.)

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