Via Sacramora, caccia alle lepri

Rimini

RIMINI. Un’ordinaria mattinata di caos, tra lepri che scappavano, inseguitori “armati” di bastoni e reti predisposte in anticipo per riuscire e bloccare le prede, che continuavano nascondersi tra la vegetazione circostante. I residenti affacciati ai balconi e c’è anche chi si è spinto per protestare e chiedere conto di quello che stava accadendo. Non è successo in un angolo remoto dell’entroterra ma a poca distanza dal centro storico, nella porzione di case, giardini e terreni compresa tra via Sacramora e via Popilia, a ridosso del cimitero monumentale.

E’ lì che ieri, a partire dalla 9 è intervenuto uno squadrone di “professionisti” - una decina di di guardie ecologiche e un un paio di uomini della forestale - chiamato a debellare un problema che sembrava avere oltrepassato il limite. La presenza di numerose lepri nei dintorni, che da tempo scorrazzavano libere, ha infatti danneggiato alcuni campi e coltivazioni presenti tra le due vie.

Almeno stando a chi ha fatto partire la segnalazione direttamente in Provincia, da dove hanno inviato la “soluzione”. Tutto in regola, tutto secondo il protocollo previsto dal Piano faunistico e venatorio. Un blitz anomalo per il luogo ma non per le modalità. Così con le auto che rallentavano incuriosite, i residenti ai balconi delle abitazioni e i passanti fermi per assistere, è andato in scena uno show durato circa due ore. Una volta predisposte le reti per terra, guardie ecologiche, vestite in mimetica, e quelli della forestale, hanno impugnato bastoni per picchiare per terra, fare rumore e stanare le lepri.

Obiettivo: ricondurle proprio verso le “trappole” e poi bloccarle; circa una decina in tutto quelle finite in rete e poi, sempre come previsto da regolamento, portate via verso una delle zone di ripopolamento tra Coriano, San Leo e Santarcangelo. Un intervento contro cui si è sollevata anche qualche protesta, di qualche residente: le lepri, infatti, erano ormai diventata una sorta di attrazione, soprattutto per i bambini che, accanto a strade, marciapiedi e palazzi, avevano la possibilità di ammirare questi piccoli animali muoversi libere nell’erba.

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