UN PREMIER PER AMICO Asili ai privati: Matteo Renzi, pensaci tu

Rimini

RIMINI. Confidando nella speranza che fino a domenica, giorno del referendum, il premier potrebbe avere una parola buona per tutti, il personale precario dei servizi per l’infanzia scrive a Matteo Renzi. Il tema è noto e in loco ampiamente dibattito: la gestione privata del 40 per cento degli asili. Il fronte del no è variegato (dai sindacati alle maestre, dalle forze di opposizione alle famiglie).

I “precari” ricordano un paio di questioni, una delle quali riguarda proprio il premier: l’impossibilità di far fronte alla spesa per il personale e pertanto assumere a tempo indeterminato. «Ciò nonostante - scrivono - i posti siano vacanti e dunque si possano ricoprire con tempi indeterminati, proprio grazie al decreto Madia».

Ed ecco l’appello al premier che è stato anche sindaco. «Le chiediamo come mai un Comune nel prendere decisioni di rilevante importanza come questa (perché riguarda i cittadini più deboli e bisognosi in assoluto), possa non tener conto della precarietà di quel personale che ha investito la sua vita in questo lavoro, degli accordi siglati con le delegazioni dei sindacati, che sono stati disattesi, e della volontà dei cittadini che esprimono il loro dissenso. Chiediamo che il Comune continui a investire in questi servizi educativi pubblici e di qualità. Siamo terrorizzate all’idea di ritrovarci dopo tantissimi anni di precariato senza lavoro. Qui nessuno ha voluto ascoltarci, chiediamo a lei, presidente, di intervenire».

Avanti tutta. Nonostante scioperi, manifestazioni e raccolte di firme, Palazzo Garampi non ha mai fatto un passo indietro. Tutt’altro. Ieri ha infatti comunicato che oggi alle 13, scade il termine per partecipare al bando per la gestione integrata di strutture comunali per l’infanzia per il triennio 2017-2020: 4 sezioni di nido su 26 (pari al 15%) e 16 di scuola materna su 47, (34%); le strutture rimarranno «completamente pubbliche, ma saranno gestiti con il coinvolgimento parziale di soggetti esterni altamente specializzati».

Al fine di assicurare la continuità didattica l’affidamento integrato della gestione «sarà scaglionato in tre anni; in questo modo i bambini arriveranno alla fine del ciclo con il personale che li ha accolti dal primo anno».

La valutazione del progetto educativo e didattico sarà «prioritaria per l’aggiudicazione dell’appalto e potrà ottenere fino a 80 punti; l’offerta economica sarà valutata con un massimo di 20 punti».

Il Comune ricorda che per gli alunni e le loro famiglie «non cambierà nulla in termini di modalità, organizzazione, rette e qualità del servizio».

Le strutture «rimarranno tutte all’interno dei servizi comunali per l’infanzia, dato che i rapporti amministrativi con le famiglie faranno capo al Comune». L’iscrizione e l’inserimento degli alunni nelle graduatorie, così come la formazione delle classi «continueranno ad essere gestite dal Comune», la «determinazione delle rette e la loro riscossione continuerà ad essere gestita dal Comune», al Comune «rimarrà in carico anche la manutenzione straordinaria degli immobili scolastici e delle attrezzature». Anche il «Coordinamento educativo e pedagogico continuerà a essere svolto dal Comune». Il Comune infine «continuerà ad esercitare il controllo in qualsiasi momento sulle attività educative e didattiche, accertandosi anche che ci sia un costante coinvolgimento delle famiglie».

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