OPERAZIONE "CLOUD DUE" Pedopornografia, nonno in manette

Rimini

di ANDREA ROSSINI

RIMINI. Per «vincere la noia» trascorreva ore e ore davanti al computer e scaricava, catalogando minuziosamente per età e perversioni, video pornografici di ogni genere, ma soprattutto - per l’accusa - scambiava filmati di abusi sessuali su minori. Un insospettabile nonno riminese di 75 anni è stato arrestato in flagranza dagli agenti della sezione riminese della polizia postale. Gli agenti hanno bussato alla sua porta, un appartamento fronte mare, nell’ambito di un’operazione coordinata dalla procura distrettuale di Catania. L’uomo, colto di sorpresa, ha cercato di prendere tempo ritardando l’ingresso dei poliziotti nel tentativo di nascondere le “prove”. Le cinque chiavette, contenenti seimila filmati e duemila immagini, sono state recuperate nel cestino dei rifiuti durante la perquisizione. Una mole esagerata di materiale pedopornografico che ha reso, a quel punto, inevitabili le manette. Nell’ambito delle indagini siciliane altre quattro persone sono state denunciate e piede libero e altre duecentocinquanta persone straniere sono state segnalate alle autorità giudiziarie dei rispettivi Paesi di residenza. Tutti avrebbero fatto parte di una “rete” internazionale per scambiare le immagini, alcune delle quali davvero scabrose addirittura con la partecipazione alle scene di animali, attraverso messaggerie istantanee su internet. Le indagini sotto copertura, condotte per oltre due anni, hanno portato all’identificazione delle utenze sospette. Nel caso del nonno riminese era stata inizialmente indagata la moglie, intestataria della linea, ma in realtà all’oscuro di tutto: si è addirittura sentita male quando ha saputo quello che stava accadendo. Gli altri denunciati sono un operaio di 34 anni di Firenze con precedenti specifici, un 24enne disoccupato della provincia di Milano ed un uomo di 57 anni, disoccupato, di Cuneo. Accusato del reato di detenzione di materiale pedopornografico il pensionato riminese, incensurato e difeso dall’avvocato Igor Bassi, ha trascorso quattro giorni in carcere, prima di comparire davanti al giudice Sonia Pasini che ha convalidato il provvedimento e gli ha concesso gli arresti domiciliari. L’uomo, ex impiegato irreprensibile e nonno affettuoso, ha ammesso di aver sviluppato un’ossessione per il “porno” per «vincere la noia» di giornate sempre uguali. La maggior parte dei filmati con abusi su bambini, girati in Asia e nell’Est Europa da persone senza scrupoli, a suo dire sarebbero finiti per sbaglio sul suo computer. «Ora mi vergogno, ma sono solo un collezionista» è stata la sua giustificazione.

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