Francesco, lo chef che scopre l'America

Rimini

RIMINI. Francesco Somigli è un 20enne riminese di talento, tra musica e cucina, che sta cercando di realizzare il suo sogno a New York. Da pochi mesi ha fatto i bagagli e si è trasferito nella Grande Mela. Un giorno è tornato a casa e ha detto: mamma, papà, vado a lavorare a New York. Detto, fatto, anche perché in Italia, malgrado le chiacchiere, per i giovani di talento c’è veramente poco spazio. Lui non ha avuto dubbi, come ormai tanti suoi coetanei.

«In tanti dicono, prendo e vado a lavorare a New York, ma non sempre è facile come sembra - dice Francesco che all’impegno da dj nei locali riminesi univa quello in cucina nel ristorante del circolo tennis di Viserba gestito dal padre Pierluigi Somigli -. Tra carte e documenti, permessi e scartoffie varie ti fanno passare la voglia di partire, ma una volta arrivati qua le cose cambiano».

Il gancio è stato un classico, un amico che già stava lavorando negli Stati Uniti. «Tutto è partito quando un mio amico ha chiamato dicendo: vado a lavorare New York. Lì per lì non gli diedi molto conto, ma nel pomeriggio chiamò dicendo: c’è un posto libero in cucina, vieni? Ridendo e scherzando risposi sì. Passano i giorni e inizio veramente a considerare l’idea di prendere e partire, lasciare Rimini, la famiglia, gli amici; pian piano la cosa si fa seria e inizio a compilare scartoffie, passaporto, permessi, pochi giorni dopo chiamo i miei genitori dicendo: mamma, papà io vado a lavorare a New York. Una frase quasi da film, un’occasione da cogliere al volo. Chiamo il mio amico e datore di lavoro Lenny (Lorenzo Lorenzi) per confermare il tutto, preparo la valigia e via che si parte. Certo lasciare la famiglia e gli amici non è stato facile, come lasciare il mondo della musica a cui sono sempre stato vicino, fare il dj mi ha sempre appagato molto, la cultura del club mi ha sempre affascinato, ma New York chiama e non si può non rispondere».

Francesco va a lavorare in un ristorante romagnolo, non è il primo, che è partito alla grande a New York. «Romagna Ready 2 Go è il nome dell’osteria-enoteca al 182 di Bleecker Street in piena Manhattan. Anche se siamo a NewYork cerchiamo di ricreare quello che per noi è l’Italia, l’accoglienza che solo noi romagnoli sappiamo offrire, un buon bicchiere di vino, la piadina fatta in casa e qualche chiacchiera tra un piatto e l’altro. Il nostro staff è composto in buona parte da italiani ed è quello che cercano qui, ristoranti italiani gestiti da italiani, i nostri piatti variano dalle piadine rigorosamente fatte a mano, alla classica tagliatella al ragù, la vera carbonara, lasagne, cappelletti, insomma è come mangiare da noi in Romagna».

Una squadra Made in Italy raccontata così da Francesco. «Lo staff italiano è composto dal nostro capo e amico Lorenzo Lorenzi che dirige il tutto, in sala la riccionese Giorgia Gabellini, io in cucina, il ristorante è aperto da agosto 2015 e per ora andiamo alla grande, molti non conoscono la piadina ma stiamo rimediando a questo, i clienti apprezzano veramente il nostro prodotto e questo ci riempie di gioia».

Un avvio folgorante, salutato da tante presenze illustri. «Abbiamo avuto la fortuna di avere a cena anche Andrea Pirlo, il Mago Forest e grandi dj del contesto mondiale come Satoshi Tomiie, Kerri Chandler e Nicky Romero, essendo comunque un dj anche io mi ritengo fortunato nell’averli potuti conoscere, oltre a questi abbiamo spesso a cena vari influencer di Instagram e Facebook. La zona dove si trova il locale è molto bella, personaggi famosi girano qui come Leonardo di Caprio che qualche giorno fa era a zonzo per queste strade o Lady Gaga che ha tenuto un mini concertino su un balcone di un ristorante qua vicino. Insomma New York è New York, non c’è niente da dire puoi uscire un giorno per fare una passeggiata e ti trovi Jay-Z e Alicia Keys che improvvisano un concerto a Time Square. Ogni tanto mi manca l’Italia, dall’aperitivo con gli amici alla cena a casa dai nonni, poi però alzo lo sguardo, vedo quanto è affascinante questa città e tutto passa in un attimo».

Poi un consiglio ai giovani. «Andatevene finché potete, New York è la città delle mille opportunità, se ci sono la voglia e l’impegno tutto è possibile».

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