Sbucano dal nulla armati di pistola e poi scappano con settantamila euro

Rimini

RIMINI. La prima a ritrovarsi faccia a faccia con i rapinatori è stata la donna delle pulizie, costretta a sedere accanto a loro in silenzio per un paio d’ore. Poi la coppia di malviventi a partire dalle otto ha accolto a uno a uno il direttore e altri otto impiegati (tra cui due donne) con i volti coperti da passamontagna scuri e le pistole strette fra le mani. I banditi sono sbucati dal nulla negli uffici della filiale di via Tripoli della Banca delle Marche: erano già in attesa all’interno dell’istituto di credito. Secondo la ricostruzione della polizia i malviventi (due quelli sulla scena, non è possibile escludere la presenza di un terzo complice all’esterno) sono infatti entrati dalla finestra, priva di sbarre, di una stanza posta sul retro dell’istituto di credito. Hanno segato il vetro con cura senza sollecitare l’allarme antisfondamento e hanno atteso l’orario in cui l’allarme volumetrico interno si disattiva, poco prima dell’arrivo della donna delle pulizie. La sapevano lunga e hanno agito con un obiettivo ben preciso: la cassaforte a tempo. Parlando a monosillabi (forse simulando un accento dell’Est) hanno intimorito e minacciato i presenti per ottenere la combinazione. «State calmi e non vi succederà niente». Per venticinque minuti i dieci ostaggi hanno pregato che l’incubo finisse. A quel punto i rapinatori hanno arraffato i soldi, più di settantamila euro secondo la prima stima provvisoria. Prima di scappare, però, hanno preso in disparte il direttore e preteso che quello gli mostrasse la carta d’identità: «Ora sappiamo dove abiti, aspettate almeno dieci minuti prima di dare l’allarme oppure veniamo a cercarti».
Quando i bancari hanno avvertito le forze dell’ordine, attorno alle nove, era ormai troppo tardi per sperare di intercettare i malviventi, né è stato d’aiuto l’attento esame delle telecamere dell’impianto di videosorveglianza. Si sono mossi all’interno della banca tenendone conto e cercando di evitare anche di essere inquadrati. Oltre che mascherati, infine, i rapinatori indossavano anche i guanti. «Sono dei professionisti», è stato il commento di un investigatore. Il vaglio delle immagini, “allargato” ad altre telecamere della zona, continua: riavvolgendo il nastro all’indietro si spera di cogliere almeno un precedente sopralluogo. Quasi due ore dopo il colpo nella zona dell’ospedale una Audi, rubata nelle notte a Rimini, ha provocato un incidente stradale: sia il guidatore sia i due passeggeri si sono dati alla fuga. La Scientifica sta effettuando gli accertamenti - oltre che in prossimità della finestra della banca - anche sulla vettura abbandonata, ma al momento sembra difficile ipotizzare un collegamento con la rapina perché i tempi non tornano. Gli investigatori della Squadra mobile, diretta dal vice questore aggiunto Massimo Sacco, sono al lavoro, a partire dai dettagli raccolti finora, per individuare i responsabili.

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