Vendetta a luci rosse su Facebook

Rimini

RIMINI. Si appropria dell’identità della ex fidanzatina e crea un finto profilo Facebook per metterla alla gogna pubblicando immagini scattate durante la loro relazione che la ritraggono nuda, in pose inequivocabili, o impegnata in espliciti atti sessuali.

Vittima della vendetta a luci rosse che sfrutta internet per divulgare foto compromettenti è una giovanissima studentessa riminese non ancora maggiorenne. L’ex fidanzato, però, un ragazzo emiliano di venticinque anni (viene omesso ogni dettaglio che possa rendere anche indirettamente riconoscibile la parte offesa) adesso rischia davvero grosso. A conclusione delle indagini, infatti, la procura gli contesta non soltanto i reati “informatici” compiuti attraverso il social network, sostituzione di persona e diffamazione aggravata, ma anche la violenza sessuale su minore. La minorenne, infatti, ascoltata dagli investigatori nelle modalità “protette” ha confermato che alcuni degli scatti “postati” sul falso profilo si riferivano agli inizi della relazione, quando lei era appena tredicenne. Il giovane, a quel tempo, aveva già compiuto ventun anni, era quindi già maggiorenne. Un adulto che fa sesso con chi ha meno di quattordici anni per la legge italiana compie sempre il reato di violenza sessuale, indipendentemente dall’eventuale consenso, da considerarsi in ogni caso viziato dall’incompleto sviluppo psichico dei minori. A individuare il presunto autore del misfatto sono stati gli agenti della sezione riminese della polizia postale e delle comunicazioni. La storia sentimentale tra i due ragazzi si era interrotta bruscamente nel luglio 2014, dopo l’ennesima incomprensione. Il giovane non prese bene la decisione della fidanzatina e, qualche tempo dopo, approfittando dell’ingenuità con la quale lei si era lasciata ritrarre in foto durante i momenti di intimità si vendicò nella maniera più subdola. Creò il falso profilo e inserì per prima una foto ammiccante di lei in mutandine e reggiseno. Poi a mano a mano che arrivavano le richieste di amicizia cominciò ad alimentare l’album di immagini prese nell’intimità. Sconvolta dalla scoperta, quando già le foto erano state visualizzate e probabilmente scaricate dagli utenti della rete, e di conseguenza finite in chissà quali mani, la giovanissima si rivolse alla polizia postale perché oscurasse il “fake” su Facebook. Ben presto attraverso l’inchiesta, coordinata dal pm Davide Ercolani, si è risaliti al presunto autore che, nel verbale di identificazione, risulta difeso dall’avvocato Mirco Renzi.

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