Caccia in centro ai furbetti dei rifiuti

Rimini

RIMINI. Oltre 1500 isole ecologiche, cassonetti e “luoghi a rischio” da presidiare ogni anno con uscite cadenzate nell’arco della settimana. Scatta il piano di potenziamento per il controllo dell’abbandono dei rifiuti nel comune di Rimini, dove è stato previsto l’impiego di 74 guardie ecologiche volontarie pronte a partire per una serie «di ispezioni che riguarderanno anche il centro storico, in cui saranno effettuati gli appostamenti per cogliere in flagrante i trasgressori».

La conferma arriva dalla presidente delle Gev, Adriana Neri, dopo avere rivinto il bando indetto dall’amministrazione comunale che ha affidato proprio alle guardie ecologiche «il servizio del controllo corretto del conferimento dei rifiuti», visto che, come confermato dallo stesso Palazzo Garampi, «bisogna contrastare un fenomeno in continuo aumento». E le guardie ecologiche, già in azione da tre anni per debellare la piaga, sono pronte a «intensificare i controlli, che saranno effettuati con l’utilizzo di tre auto, due pulmini un pick-up e dieci biciclette».

Queste ultime, in particolare, saranno utilizzate per il centro storico che verrà battuto anche con pattugliamenti e piedi. «Oltre agli appostamenti che abbiamo previsto si dovranno ricercare e prelevare eventuali documenti che possano fare risalire al soggetto trasgressore». Un lavoro «non certo semplice e che prevede un apposito corso di formazione della durata di sei mesi per ogni guardia ecologica», prosegue la presidente delle Gev, che al loro attivo, fino al 30 settembre scorso, hanno sanzionato 610 persone con multe da 52 euro l’una. Ma il fenomeno non sembra comunque arrestarsi e per questo sarà messo in atto su tutto il territorio comunale un potenziamento che prevede una parte di lavoro dedicate alle “lezioni”. Le guardie ecologiche infatti avranno anche l’obbligo di «colloquiare con i cittadini, cercando di istruire e fare conoscere le regole della correttezza della raccolta dei rifiuti». Non solo: un ulteriore impegno è stato richiesto anche per «organizzare e gestire delle attività divulgative in materia di educazione ambientale - spiega la presidente Neri -. Le lezioni saranno tenute nelle scuole agli studenti, da concordare durante l’anno». Un modo, questo delle lezioni ai giovani, per tentare di risolvere il problema alla radice, evitando che un domani i ragazzi possano diventare dei nuovi furbetti dei rifiuti adulti. 

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