A14, 50 anni fa il via al boom turistico

Rimini

RIMINI. E’ una lingua di asfalto lunga 117 chilometri e 300 metri a stravolgere il volto di Rimini e fa esplodere il turismo di massa. La deflagrazione epocale arriva quando la Riviera dice addio al girone infernale della via Emilia e ai viaggi della speranza lunghi giornate intere, passando paesino per paesino.

Vengono spalancate le porte a migliaia di auto in arrivo dal Nord Italia, che prendono il sopravvento sui vacanzieri stranieri, in arrivo all’aeroporto Federico Fellini con decine di voli giornalieri da tutta Europa. Un cambio di passo che avviene con una rivoluzione iniziata 50 anni fa, alla mezzanotte tra il 7 e l’8 luglio del 1966, quando viene inaugurato il primo tratto della A 14, quello tra Bologna a Forlì. Lo fa l’allora ministro dei Lavori Pubblici del governo Moro, il socialista Giacomo Mancini, e poco tempo dopo viene portato a termine il secondo stralcio che fa arrivare dritti al mare, entrando ai nuovi caselli di Rimini nord e sud. Tutto nuovo, il progresso corre a mille all’ora e fa subito il botto: le otto ore da Bologna sono solo un ricordo, ora ne basta poco più di una; ci si dà anche appuntamento negli Autorgrill, altra novità dell’epoca, per mangiare la sera; prendono piede per un periodo le gare tra auto da casello a casello, lungo questi spazi dritti e lunghi dove si schiaccia sull’acceleratore come mai accaduto prima. Ma soprattutto inizia la “migrazione” a costi abbattuti dei vacanzieri e anche dalla Germania si inizia prendere l’auto per arrivare nella capitale del turismo italiano e riempire le spiagge assieme a emiliano romagnoli, lombardi, veneti e piemontesi. Anni d’oro, insomma, che scintilleranno per decenni grazie a questo tratto di strada dove all’inizio ancora non c’è ancora guardrail ma solo piante e siepi nel mezzo della carreggiata per attenuare lo smog e dividere le corsie. Ma un tratto all’avanguardia: già dal taglio del nastro si porta la pendenza media dell’A 14 al due per cento, aspetto questo che consente all’acqua piovana uno scolo perfetto, per cui si attenuano gli inconvenienti esistenti sull’Autostrada del Sole - inaugurata tre anni prima - dove si formano grandi e pericolose pozze d’acqua. Piccoli problemi, vero, ma nulla di paragonabile però rispetto “all’era zoologica” precedente: proprio quell’asse Autostrada del Sole e A14 permette di attingere dal serbatoio del Nord Italia da milioni di presenze: tutti al mare, tutti a Rimini e in Riviera, tutti in auto in poche ore. Lo ricorda anche Aureliano Bonini , ora presidente di Trademark - società che si occupa da oltre 30 anni di consulenze nel settore turistico – che non esita a definire l’autostrada, «la vera svolta per Rimini e tutta la riviera: da lì è iniziata la storia del turismo moderno per il nostro territorio». E’ lui a spiegare che «prima del 1966-1967 a Rimini si lavorava molto con i tour operator per portare gli stranieri, che arrivavano ogni giorno al Fellini, dove atterravano anche cento piccoli aerei al giorno e rappresentavano il 60 per cento del mercato». Dopo l’apertura dell’autostrada «i vacanzieri esteri sono diventati la minoranza e gli italiani sono arrivati in massa, trasformando Rimini nella regina delle destinazioni per un lunghissimo periodo. E tutto è partito da quel nuovo collegamento 50 anni fa».

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