Gavettone col cloro, ragazzino ustionato

Rimini

BELLARIA IGEA MARINA. Doveva essere un modo scherzoso per dare le sveglia e invitare il giovane amico di famiglia, a destarsi dalla pennichella e raggiungere la sala da pranzo. È diventato un incubo per un 18enne torinese ora ricoverato al centro grandi ustionati del Bufalini: quello che doveva essere un semplice gavettone d’acqua, infatti, si è rivelato essere un potente concentrato di cloro che ha subito attaccato gli occhi e le vie aeree, irritando profondamente altre parti del corpo come l’addome e gli organi genitali. Ora il nome della seconda protagonista di questa incredibile vicenda, una madre di famiglia torinese di 52 anni, è stato iscritto nel registro degli indagati della procura della Repubblica. L’accusa: lesioni personali gravi.

L'episodio si è verificato poco prima delle 13 in un hotel di via Tombesi dove in questi giorni è in vacanza una comitiva piemontese. La donna voleva svegliare con un gavettone il ragazzo che si era assopito. Ma non ha letto la scritta posta sul contenitore che lei ha creduto fosse acqua: “Liquido alcalino per abbassare il ph”.

Non appena il cloro tocca il volto, le narici, gli occhi, la bocca, il giovane sente la pelle bruciare e il respiro mancare. Ed inizia ad urlare. Tra lo sgomento della signora, del fratello, qualcuno gli lancia un po’ d’acqua, altri chiamano i soccorsi. Ambulanza e automedicalizzata del 118 arrivano in pochi minuti. Il medico, vista la situazione, chiede l’invio dell’elicottero da Ravenna per accelerare il più possibile il trasferimento al centro grandi ustionati del Bufalini. Arrivano anche i carabinieri. La signora viene accompagnata in caserma dove tra i singhiozzi racconta la sua verità. Il ragazzo, intanto, viene affidato alle cure dei medici cesenati.

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