"Fino" è morto per un trauma cranico

Rimini

RIMINI. Il malore che è costato la vita a Serafino “Fino” Sammarini, il commerciante 74enne deceduto domenica sera dopo una lite con una coppia di clienti, è la conseguenza di un trauma cranico e non di un attacco cardiaco. Sarebbe questa, in attesa di accertamenti più approfonditi, la prima evidenza posta all’attenzione degli investigatori dopo l’autopsia effettuata dal dottor Pier Paolo Balli.

L’uomo ha evidentemente battuto la testa nel cadere a terra: l’emorragia cerebrale, prodotta per effetto della botta, gli è stata fatale. Nel giro di pochi minuti, infatti, il commerciante che era tornato a sedersi davanti al negozio come suo solito dopo aver rassicurato la moglie Donatella, è andato improvvisamente in affanno ed è morto prima ancora dell’arrivo dei soccorsi. L’agitazione del momento, il fisico appesantito, il cuore malandato, senza quel trauma non avrebbero portato al decesso. Una conclusione che potrebbe avere delle ricadute sulle indagini.

Il pm Paolo Gengarelli e la Squadra mobile della questura stanno andando di corsa nella convinzione di potere chiarire al più presto, a garanzia di tutti, lo svolgimento dei fatti. Oggi sarà interrogata la coppia di turisti russi, all’origine dell’alterco (vedi altro articolo). Si tratta di due medici incensurati, in vacanza per una settimana in Italia. L’uomo, 56 anni, è indagato per omicidio preterintenzionale. Secondo l’ipotesi investigativa, ancora da dimostrare, avrebbe intenzionalmente spinto il commerciante innescando la sfortunata serie di eventi, non voluti, che hanno portato alla sua morte. Il russo, che è in convalescenza dopo un intervento chirurgico e per camminare usa un bastone, sostiene di non avere strattonato il commerciante. Nel vederlo inseguire furioso sua moglie fuori del negozio, una profumeria di viale Regina Margherita, si sarebbe frapposto tra i due. Un testimone racconta che in quel frangente, nel contatto tra i due, Sammarini cade all’indietro. A seconda dell’interpretazione che gli investigatori daranno alla scena potrà mutare la situazione dell’indagato - difeso dall’avvocato Sonia Raimondi - in senso più o meno sfavorevole.

La lite, all’interno del locale aveva riguardato, in realtà, le due donne. La moglie della vittima, titolare della profumeria, e la moglie del turista. La cittadina russa, che non parla una parola d’italiano, avrebbe voluto fotografare il fogliettino delle spiegazioni di una particolare crema solare. A detta della donna era solo un modo per rendere partecipe dell’eventuale acquisto anche la figlia in Russia. C’è stata però un’incomprensione con la negoziante, stufa di analoghi atteggiamenti da parte di altri clienti dell’Est. Entrambe hanno giudicato sgarbato l’atteggiamento dell’altra ed è nato il battibecco. La donna russa avrebbe sbattuto sul bancone la confezione di crema.

All’uscita, Sammarini, le avrebbe “dato dietro” per qualche metro, incappando nel marito. I poliziotti hanno perquisito la stanza d’albergo della coppia senza trovare nulla di strano o compromettente. Nella memoria del cellulare non c’era neppure la foto della crema della discordia.

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