Campi nomadi, subito bagarre da Pd e Lega

Rimini

RIMINI. Campo nomadi in via Islanda, famiglie distribuite in tre insediamenti. Parte subito la bagarre in consiglio, Pd e Lega in prima fila. Il vice sindaco Lisi replica: fosse per me le aree sarebbero più piccole e di più.

Il fatto. La Regione ha sancito il superamento dei campi nomadi, mettendo in campo anche le risorse. Il Comune partecipa al bando con l’obiettivo di ridurre il numero delle persone che abitano in via Islanda, individuando altre due aree in cui collocare le famiglie. Si tratta di 11 famiglie Sinti (42 persone). Le tre microaree individuate sono una parte di via Islanda, via Della Lontra e via Maceri. L’intero progetto costa 198mila euro: 136mila la Regione e 62mila il Comune.

Sembrava facile. Chi ha vissuto la chiusura del campo di via Portogallo, si stupiva che un simile progetto passasse come se nulla fosse. Infatti, appena i consiglieri comunali (quelli nuovi) hanno preso un po’ di confidenza con la poltrona, eccoli puntuali.

Stupisce al limite che sia proprio una esponente del Pd, Barbara di Natale, a dare fuoco alle polveri. Giovedì sera in aula ha prima alzato il vessillo dell’accoglienza, spiegando però ben bene che i cittadini non sono stati adeguatamente coinvolti e che due della vie individuate sono nello stesso quartiere.

Più prevedibile la posizione di Diana Trombetta, Lega Nord. In sintesi: i cittadini sono pronti alle barricate, quei 62mila euro sarebbe meglio destinarli agli italiani in difficoltà.

Il trio di interrogazioni viene chiuso da Kristian Gianfreda (Rimini Attiva) che definisce il campo di via Islanda una situazione inaccettabile, la politica dei campi deve essere superata e lo strumento più adatto è la distribuzione dei nuclei familiari in piccole aree.

Giusto voi. Nella sua replica, il vice sindaco Gloria Lisi ricorda un po’ la storia del bando, ma qua e là sgancia un paio di siluri. «Reputo uno scandalo che Rimini non sia dotata di un’area di sosta nomadi, come previsto in tutte le normative europee». E poi. «Via Islanda non è autorizzata e questa è la condizione per metterla in sicurezza. Rom e Sinti sono cittadini italiani, residenti a Rimini da molti anni, non più nomadi. Per degli amministratori dovrebbe essere un vanto regolarizzare ciò che in regola non è».

Chiarimenti poi sulle tre aree. «Sono state indicate per partecipare al bando in scadenza il 30 luglio. Poi sarà il consiglio a discutere. Personalmente io avrei un’altra idea, distribuirei le famiglie in più aree, perché insediamenti più piccoli non generano allarme sociale».

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