Chi sconsiglia i vaccini rischia la radiazione

Rimini

RIMINI. La Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri si schiera per la prima volta in modo netto a favore dei vaccini. Nei giorni scorsi ha votato all’unanimità, a Roma, il documento in cui si spiega, tra l’altro, che il consiglio di non vaccinarsi costituisce infrazione deontologica, e «può portare a provvedimenti disciplinari per il medico, fino alla radiazione». Maurizio Grossi, presidente dell’Ordine di Rimini e coordinatore nazionale della Consulta deontologica era lì e spiega le azioni future che saranno adottate.

Dottore, schierarsi contro i vaccini potrà portare alla radiazione per un medico?

«Il nostro codice deontologico c’è sempre stato ma ci siamo dimenticati che dice che i medici hanno dei doveri e non si possono chiamare fuori in caso, ad esempio, di una campagna vaccinale».

Ma tra i provvedimenti, la radiazione ci potrà essere?

«Sì, vero, ma si tratta solo di una extrema ratio. Ricordo comunque che non collaborare con le autorità sanitarie è un illecito deontologico, soprattutto se si parla di situazioni in cui è messa in pericolo la salute pubblica, come nel caso in cui non si vaccinino le persone e in particolare i bambini. Non possiamo pensare che si sconsiglino i vaccini».

E’ la prima volta che vi schierate in questo modo a favore dei vaccini?

«Prima volta. Abbiamo chiarito in modo esplicito: i medici devono schierarsi, non possono fare finta di niente, non partecipare. E il documento per sostenere i vaccini è stato votato da tutti e 103 presidenti degli Ordini provinciali».

Perché a Rimini c’è un livello così basso di vaccinazioni?

«Siamo la città con il più basso tasso di vaccinazioni. Molto dipende dalle campagne del Comilva, i genitori anti vaccini, che ha sede proprio qui, dove il terreno è fertile».

Ci sono dei casi recenti di medici qui a Rimini per cui sono stati presi dei provvedimenti?

«No, non che mi risulti. Ma noi ci dobbiamo focalizzare in modo principale verso i genitori, è a loro che dobbiamo fare arrivare il messaggio che, purtroppo, in questi anni non è stato del tutto capito».

A cosa si riferisce?

«Al fatto che ci si dimentica che malattie come difterite, poliomelite, morbillo e meningite possono portare alla morte. Andate a chiederlo in quei Paesi dove non si vaccina. E se abbassiamo la guardia, le malattie possono riesplodere in modo virulento. Credo che questo non sia ancora ben chiaro».

Una delle contestazioni riguarda il fatto che i vaccini siano spinti da interessi economici.

«Falsità: i vaccini sono tra i farmaci che costano meno in assoluto, non avrebbe senso».

Gli intenti del documento votato a Roma cosa prevedono?

«Dobbiamo contrastare la percezione che i vaccini siano inutili e superflui, percezione che si sta facendo pericolosamente strada nell’opinione pubblica».

In che modo lo farete?

«Anche con una campagna di informazione, tra autunno e inverno a livello nazionale: non punteremo più sui dati scientifici, sterili e poco di impatto, ma punteremo sui sentimenti, come fanno le campagne antivax che portano i casi, uno su un milione, di genitori che hanno perso i figli. Faremo altrettanto noi, con i tanti, tantissimi genitori, soprattutto in zone del Mediterraneo come Marocco e Tunisia, che hanno avuto dei morti in famiglia perché lì le vaccinazioni praticamente non esistono».

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