Aggredisce la ex in strada: arrestato

Rimini

RIMINI. La passione non ricambiata per una trentenne russa di un cinquantenne geometra riminese ha sconvolto la sua vita solitamente tranquilla. L’uomo, incensurato, incapace di accettare l’indifferenza della giovane donna, ha perso la testa: l’ha bloccata in strada, l’ha baciata a forza, l’ha palpeggiata con violenza nelle parti intime e, a ribadire un inaccettabile senso del possesso, le ha graffiato il seno al grido: «E’ mio, è solo mio, ti amo, devi tornare con me». Un raptus che gli è costato l’arresto con l’accusa di violenza sessuale.

In manette, ad opera della polizia, e su disposizione del pm Davide Ercolani, è finito G. C., 50 anni, di Rimini. L’uomo, difeso dall’avvocato Alessandro Totti, interrogato dagli agenti, ha minimizzato l’accaduto, riconducendo la vicenda a un acceso diverbio tra fidanzati, a partire dalla banalissima sparizione del lucchetto di una bicicletta. I poliziotti, sulla base delle testimonianze raccolte, hanno però creduto alla versione dell’aggressione, fornita dalla donna.

L’intervento della Volante risale a mezzogiorno di lunedì scorso. Lei aveva trovato rifugio in una gelateria nella zona di viale Regina Elena. «L’ho lasciato un mese fa, ma lui continua a perseguitarmi. Mi segue, mi minaccia di morte e adesso è arrivato ad aggredirmi fisicamente». Un passante ha confermato di aver visto l’uomo alzarsi, poco prima, da un tavolo di un bar vicino e avvinghiare la ragazza, alternando parole d’amore a minacce. «Mi ha afferrata per le braccia cercando di trascinarmi verso la macchina e ha cominciato a palpeggiarmi nelle parti intime, con violenza (al pronto soccorso le sono state riscontrare ecchimosi alle braccia ed escoriazioni al seno, guaribili in cinque giorni ndr).

Le molestie, però, andavano avanti dal giorno prima. Anche domenica, infatti, il geometra si sarebbe appostato sotto l’albergo dove la donna alloggia in questo periodo per avvicinarla in strada e convincerla a tornare insieme. Suppliche, offese e minacce. Lei si era divincolata e aveva rinunciato ad andare al supermercato ed era tornata sui suoi passi. Al ritorno si era ritrovato l’uomo ad aspettarla. Nonostante le rimostranze del portiere l’aveva seguita in camera e, bloccando la porta con un piede, era riuscito a entrare nella sua stanza. Si tratta di un uomo esile e solitamente tranquillo. «Voglio solo parlare». Quando lei è uscita dal bagno, stando sempre al racconto della donna, se lo è ritrovato nudo nel letto, sotto le lenzuola. Grazie all’aiuto del portiere riuscita a liberarsi di lui, ma solo poco. Il giorno dopo, lunedì, lui era di nuovo lì.

«Il ripetersi di vicende simili - commenta il questore Maurizio Improta - pone all’attenzione ancora una volta la necessità che le vittime di comportamenti possessivi o violenti, ma anche chi di tali comportamenti è a conoscenza, contatti senza perdere tempo le forze dell’ordine: disponiamo, infatti, di strumenti operativi e giuridici (ammonimento, accoglienza in strutture protette, divieto di avvicinamento, o addirittura l’arresto) idonei a neutralizzare la minaccia. Tutto questo per neutralizzare gli individui pericolosi ed evitare che arrivino a gesti estremi».

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