Rimini, Brasini chiede un passo indietro a De Meis

Calcio

RIMINI. Mai così distanti Rimini Calcio ed amministrazione, tanto che ieri l’assessore allo sport del Comune di Rimini ha chiesto, in buona sostanza, un passo indietro al presidente De Meis per aprire le porte ad imprenditori interessati ad acquisire la società biancorossa. Come questo possa avvenire non è stato detto esplicitamente, ma indicato con una certa diplomazia: un fallimento “in proprio” che faccia rinascere la società dalle proprie ceneri, sgravata dai debiti. L’occasione per l’esternazione dell’assessore Brasini è stata la presentazione, ieri mattina al Club Nautico, della Rimini Marathon. Al termine della conferenza stampa l’assessore Brasini si è intrattenuto con alcuni giornalisti presenti: «Martedì sono andato allo stadio per incontrare il tecnico e la squadra, un gesto di doverosa solidarietà. Da ex sportivo professionista so bene cosa si passi quando gli stipendi tardano ad arrivare».

Alla domanda su quale possa essere il ruolo dell’amministrazione, Brasini ha detto chiaramente: «Innanzitutto esprimo l’apprezzamento per chi ha organizzato la colletta dell’orgoglio biancorosso, ma sappiamo tutti benissimo che con le collette non si va lontano. Noi ci siamo presi l’impegno di mettere al tavolo Luukap e Rimini Calcio, l’affare non si è concluso, non sappiamo perché, si parla di somme ingenti. Faccio notare che questi appelli agli imprenditori si sono rivelati quasi impossibili, un anno fa proprio qui al Club Nautico abbiamo portato diversi imprenditori riminesi chiedendo un loro coinvolgimento nel Rimini. Con nessun risultato. Non sappiamo francamente quale sia il problema, se sia degli imprenditori locali o della controparte. Certo è che noi abbiamo creato le condizioni affinchè ci fosse questo sostegno alla società, rispetto però ad una situazione del Rimini piuttosto compromessa, tra una posizione in classifica piuttosto delicata, ed una posizione finanziaria ancora più delicata, con il 30% delle azioni bloccate dal tribunale».

Il bene supremo: «Noi come amministratori pubblici siamo soggetti pro tempore, il bene dev’essere il bene della nostra città e questo vale anche per le società di calcio. Il bene è la Rimini Calcio, indipendentemente da chi pro tempore ne è presidente o amministratore delegato. Questo ce lo dobbiamo mettere in testa, dobbiamo metterci in testa che sia per la nostra città sia per la Rimini Calcio il bene supremo è quello della maglia, dei colori, della storia della nostra società, indipendentemente da chi temporaneamente ne è alla guida. Noi cercheremo di promuovere tutti quelli che sono incontri con soggetti che però trovino appetibilità nella Rimini Calcio. In questo momento credo sia abbastanza difficile, per cui probabilmente, ripeto, chi oggi gestisce la Rimini Calcio deve prendere atto che qualunque cosa che possa fare il bene del Rimini lo si deve mettere in atto per rendere appetibile l’acquisizione della società stessa».

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