Fiera, dividendi record: pioggia di milioni

Rimini

RIMINI. Una pioggia di milioni è in arrivo dal Rimini Fiera, che fino a un paio di anni fa faceva impallidire per i buchi in bilancio forieri di scenari catastrofici. E invece arrivano notizie positive, in termine di pecunia, soprattutto per i soci, che a breve si vedranno riconosciuti dividendi milionari.

Una vera e propria impennata anche rispetto allo scorso anno, quando il trend negativo della Fiera era cambiato regalando una prima infornata di dividendi che però si era fermata a 2,749 milioni di euro. Tesoretto che è stato ridistribuito per il 26,44 per cento ai soci pubblici (Provincia, Comune e Camera di Commercio), per il 5,8 per cento alla Regione e il restante 14,88 per cento ai soci privati.

Il tutto grazie a un dividendo ordinario nel 2015 di 6,5 centesimi per azione. Pochi giorni fa è stata invece deliberata una proposta di dividendo ordinario pari a 9,46 centesimi per azione, che porterà quindi alla redistribuzione di 4 milioni di euro. La proposta assieme al bilancio sarà sottoposta alla prossima assemblea dei soci che sarà preceduta da un’assemblea straordinaria per l’approvazione del nuovo statuto di Rimini Fiera.

I soldi versati ai soci pubblici hanno però una precisa destinazione, come aveva annunciato la scorsa estate il presidente della Fiera, Lorenzo Cagnoni, ovvero «pagare le rate del mutuo a Unicredit da 42 milioni acceso per finanziare il nuovo Palas». Un aiuto non da poco per Comune, Provincia e Camera di Commercio: la rata 2014 da 3.660.000 euro era stata congelata a causa della mancanza di fondi e in attesa di tempi migliori che sembrano arrivati.

Il processo di privatizzazione parziale previsto quando i conti non tornavano andrà comunque avanti, anche se i tempi annunciati non saranno rispettati. Era stato detto il 15 dicembre scorso, a margine della nomina del nuovo direttore Ugo Ravanelli, che la privatizzazione si sarebbe concretizzata a partire dal prossimo marzo attraverso una offerta pubblica di vendita di azioni associata a un’offerta pubblica di sottoscrizione di azioni, un’operazione da circa 35-40 milioni di euro al termine della quale i privati passeranno dal 14,88 per cento del capitale sociale al 45 per cento.

Niente da fare. Il tutto è stato rinviato a data da destinarsi. Probabilmente si aspetterà il prossimo ottobre, anche nell’ottica di una possibile fusione con Bologna e Parma sulla quale la stessa Regione sembra avere aperto le porte.

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