Dilagano gli sfratti, oltre 1650 in un anno

Rimini

RIMINI. In centinaia si ritrovano senza un tetto dall’oggi al domani, la piaga degli sfratti dilaga e il 2015 segna numeri da bollettino di guerra: 1.664 totali a livello provinciale. Con il solo comune di Rimini che ha registrato una impennata dal 2001 del 290 per cento, per quanto riguarda gli sfratti per morosità, passati da 85 a 332. Dato, questo, che spinge Palazzo Garampi a definire la situazione «drammatica» e «peggiorata in modo esponenziale», tanto da trasformarsi da «disagio abitativo» a «vera e propria emergenza».

Rilasciate solo 15 garanzie. Anche perché gli strumenti per attenuare la piaga sembrano non decollare. A cominciare dalla Agenzia per la locazione, creata dall’amministrazione comunale per reperire alloggi a prezzo “calmierato” , garantendo i proprietari con il rimborso di dodici mensilità e le spese legali, e agevolando gli inquilini nelle spese di trasloco. In poco meno di un anno sono appena 15 le garanzie rilasciate, con una somma vincolata pari 123.552 euro su 700mila a disposizione. Ecco perché lo stesso vice sindaco Gloria Lisi ha deciso di correre ai ripari e chiedere delle modifiche.

Bollettino di guerra. Ma partiamo dai dati. Le richieste presentate all’Ufficiale Giudiziario a livello provinciale nel 2015 sono state 1.664, oltre 400 in più delle 1.242 del 2010. In totale, sempre in questo arco di tempo, gli sfratti sono stati 8.852: di questi ne sono sono stati eseguiti 3.990 per morosità; mentre 1.677 sono stati quelli in cui è stato necessario l’intervento della forza pubblica, con medie impressionanti di 23 al mese.

Pioggia di aiuti. Numerosi gli strumenti messi in campo dal Comune. Che però «servono solo ad arginare il problema e non a debellarlo», spiega il vicesindaco. Ricordiamo ad esempio i 133mila euro stanziati per l’Albergo sociale, la struttura destinata ad aiutare le famiglie in difficoltà. Ma anche i 662.293 euro, per il distretto nord, per coprire sei mensilità per un massimo di 6mila euro a circa 200 nuclei familiari.

Nuovo sportello. La Lisi punta poi sulla Agenzia per la locazione, «un valido strumento per coinvolgere i proprietari privati ad accettare i canoni concertati, con tanto di tutela per un eventuale mancato pagamento dell’affitto da parte degli inquilini». Per incentivare l’utilizzo della “garanzia” è nato recentemente lo sportello Come Casa, un nuovo servizio di intermediazione abitativa. E proprio da questo nuova realtà sono emerse le modifiche che il vicesindaco proporrà di adottare.

Canoni da aumentare. Serve infatti «snellire per quanto possibile la procedura di accesso alla “garanzia”». Ma in primo luogo serve rivedere e aumentare i canoni. Sembra un paradosso ma è così. Già perché i proprietari che dovrebbero mettere a disposizione le loro case hanno reputato troppo bassi i limiti massimi di richiesta fissati dall’amministrazione: per un monolocale 300 euro al mese; quelli con una camera 400; due camere 500; 3 camere 600 euro. Arredati, 50 euro in più. «specie per gli alloggi di piccola metratura, risultano troppo bassi rispetto ai prezzi di mercato», conferma anche la Lisi, che sottoporrà «a breve alla giunta una proposta deliberativa di modifica».

Lo Stato dice addio. Ma le difficoltà non sono finite. A vanificare gli sforzi ci si mette lo Stato che «non ha rifinanziato il Fondo locazione per il 2016», spiegano dal Comune. In pratica potrebbero mancare, se nulla cambia, oltre 600mila euro per dare una risposta agli sfratti. «Naturalmente sarebbe illusorio ritenere che la soluzione del problema della casa possa essere affidata a un unico strumento», conclude il vicesindaco, «una produttiva politica deve essere articolata su una molteplicità di iniziative, per incrementare il patrimonio abitativo destinato alla popolazione più debole; aumento che non può prescindere da un coinvolgimento della proprietà privata».

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