Allarme all'università, trovato proiettile

Rimini

RIMINI. Allarme all’Università per il ritrovamento di un proiettile nell’aula dove erano in corso le discussioni delle tesi di laurea, in piazza Teatini. Un episodio misterioso, non accompagnato da alcuna rivendicazione, ma che la questura ha doverosamente preso sul serio. Dopo un primo sopralluogo delle Volanti, infatti, il caso è stato affidato agli uomini della Digos, per cercare di scoprire eventuali implicazioni di carattere politico o intimidatorio. Non è stato uno degli studenti in attesa ad accorgersi del particolare oggetto, ma uno che è abituato per mestiere a soffermarsi sui dettagli, specie se inconsueti.

«Ma che cosa c’è lì sotto?» si è domandato, infatti, il fotografo che abitualmente immortala il giorno più bello per conto dell’Università a beneficio dei ragazzi e delle loro famiglie. Sistemato, si direbbe ad arte, sotto una delle sedie dei professori, c’era qualcosa che brillava anche alla luce ovattata della giornata incerta. Senza alcuna precauzione il proiettile è stato raccolto e attorno al fotografo si è creato un piccolo capannello di curiosi. Gli specialisti della polizia lo hanno identificato, più tardi, direttamente sul posto. Si tratta di una cartuccia calibro 7,62x39 millimetri (identificata nella letteratura specializzata con svariati sinonimi come M-43, 7,62 sovietico o 7,62 sovietico corto). Il proiettile è considerato un derivato parziale della cartuccia calibro 8x33mm Kurz ed è ottenuto per riduzione del diametro del colletto ed allungamento del bossolo. L’originaria destinazione per le armi da guerra, dalle nostre parti è declinata in ambito venatorio. Uno degli studenti, preso dall’imminente esame di laurea, ha provveduto a consegnare il “reperto” in portineria e la collaboratrice universitaria l’ha tenuta in custodia e consegnata agli agenti.

I poliziotti hanno raccolto le prime informazioni tra i presenti, ma oltre all’identificazione del fotografo e di chi era in aula, la Digos ha poi provveduto a ricostruire la lista degli studenti impegnati nella discussione. Analogamente si è provveduto per i docenti: altrove si sono verificati episodi di intimidazione nei confronti di alcuni professori. Tutte le ipotesi sono aperte, spiegano in questura (una relazione arriverà anche in procura). Si è trattato di uno scherzo? Era l’amuleto di un superstizioso studente amante della caccia? Oppure voleva essere un messaggio minatorio? Altre persone potrebbero essere ascoltate nei prossimi giorni per chiarire il mistero.

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