Metrò in ritardo, prima corsa nel 2018

Rimini

RIMINI. Tra proteste, denunce penali per minacce, ritardi e richieste di risarcimento, il Trc prosegue la sua marcia. Tocca ai consiglieri della commissione “controllo”, visitare il tracciato che collegherà in circa 25 minuti le stazioni di Rimini e di Riccione: 17 fermate in 10 chilometri. Intanto i tempi si allungano, prima corsa prevista nel 2018.

Come spiega durante il tour il direttore generale di Agenzia mobilità, la stazione appaltante, Ermete Dalprato, «siamo oltre il 70 per cento» dei lavori, 27 milioni sui 37 previsti per il progetto esecutivo e i lavori complementari. E grazie a due varianti, una da 635mila euro (in meno), l’altra da 490mila (in più), la spesa è scesa di circa 150mila euro. Certo, sull’opera continuano a pesare i ritardi causati da Riccione, con 635mila euro di risarcimenti già chiesti al Comune a cui se ne aggiungeranno altri in via di definizione, che ammontano a oltre il 10 per cento del totale dei lavori. Non va poi dimenticata la denuncia penale verso «uno dei facinorosi» del gruppo “No Trc” che ha in due casi pesantemente minacciato il direttore dei lavori, Luca Amadesi: «Sappiamo dove abiti, ti facciamo quello che stai facendo ai pini», le frasi che si è sentito rivolgere.

Intanto il percorso è a buon punto sul territorio riminese, praticamente già tutto asfaltato per circa sette chilometri. Sono però ancora da realizzare le fermate, per le quali con il fallimento della ditta scelta per il mezzo, si è resa necessaria una revisione: «Siamo rimasti indietro». Per quanto riguarda il nuovo mezzo la soluzione alternativa sarà presto al vaglio del comitato di coordinamento. Comunque, sottolinea Dalprato, il «problema è risolto» e si conta anche di recuperare 1,2 milioni anticipati.

Dopo la partenza dalla stazione Fs, prima fermata al Parco Ausa con il quale è stato creato un collegamento tramite una pista ciclabile, mentre un bypass permetterà di raggiungere via Tripoli. Proseguendo risulta evidente come l’intervento su un «territorio già edificato» nella vicinanza dei binari, abbia reso il tutto «molto sacrificato», tra case adiacenti, manufatti che insistono sul percorso e che verranno eliminati. Senza dimenticare la partita degli espropri per una spesa di circa 5,5 milioni, il 70 per cento dei quali risolti con un accordo bonario.

Si arriva così a Lagomaggio dove verrà creata una stazione con bar e edicola. Il Trc prosegue poi lungo via Serra, dove ci sono state «resistenze forti» da parte dei residenti. Comunque, sottolinea Dalprato, «finora abbiamo vinto tutte le cause, anche se un sacrificio c’è stato per i cittadini». Non va poi dimenticato che molti edifici erano abusivi.

Si arriva così allo «snodo importante» di via Chiabrera, un terzo del tracciato, dove verrà creata una rotatoria per fare uscire il mezzo sulla viabilità ordinaria, con un eventuale collegamento con l’ospedale e il centro studi. La corsa prosegue verso Riccione, tra retro delle case non proprio decorosi e antichi scandali, come il sottopasso mai completato di via Siracusa. Si passa così per la fermata di Fiabilandia, con Dalprato a ricordare che durante i lavori sull’intero tracciato «abbiamo trovato di tutto, amianto in quantità industriali e rifiuti di ogni tipo».

Miramare è un’altra stazione che ha creato problemi e dove l’arretramento delle recinzioni è in corso. Infine, prima di entrare a Riccione, Cavalieri di Vittorio Veneto, altra fermata che consentirà l’uscita del mezzo con un possibile collegamento con l’aeroporto.

Ecco così il ponte sul Marano da 43 metri e il tracciato riccionese con i «lavori più indietro». All’appello mancano anche i ponti sul Rio Melo e su via Verdi per i quali sono in corso le fondamenta.

Intanto è stata ultimata la bonifica bellica mentre si lavora alla convenzione con il Comune per ripiantare i pini abbattuti. Dalprato conta di finire la pista entro l’anno e tutto il tracciato per il maggio 2017. Poi ci saranno il collaudo e l’abilitazione all’esercizio che dovrebbero portare alla prima corsa nel 2018.

Al ritorno l’autista pigia sull’acceleratore, il mezzo in certi tratti a doppia corsia supererà i 60 chilometri orari, per mostrare la rapidità del percorso, specie rispetto al tradizionale bus 11.

Il Trc, conclude Dalprato, «funziona perchè in sede completamente segregata. Per questo ci siamo opposti ai semafori intelligenti e alle richieste di variante di Riccione».

Per quanto riguarda i costi «siamo in linea. Abbiamo gestito il cantiere in maniera corretta e, ritardi a parte, oggi siamo ancora nell’importo originario», 92 milioni, di cui 81 finanziati. Per gli altri 10,4 per l’acquisto dei mezzi, oltre a un ulteriore 1,9 dallo Stato, ci penseranno Regione, Comuni di Rimini e Riccione e Am per 7,1 milioni di mutuo.

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