Violenza sulle donne, non ballo da sola

Rimini

RIMINI. «Chi ha ballato con noi questa sera ha passato un San Valentino che non scorderà facilmente». Circa 200 persone tra donne, bambini e uomini hanno danzato ieri in piazza Cavour in una iniziativa mondiale per dire no alla violenza contro le donne, promossa anche a Rimini grazie all’associazione Rompi il silenzio con il patrocinio del Comune. Gioia è la parola che si leggeva sui visi di tutti, a partire dall’energico “corpo di ballo” che ha riproposto la danza (a grande richiesta) per ben due volte, dai tanti curiosi che si sono fermati con curiosità a vedere il flash mob, fino ai politici (l’assessore Nadia Rossi da sempre molto impegnata nella lotta contro la violenza, il sindaco Andrea Gnassi, il presidente della Provincia Stefano Vitali che si è unito alle danze) e anche alle forze dell’ordine. Insomma, One Billion Rising Rimini, questo il nome dell’appello al mondo intero dedicato quest’anno alla giustizia, è stato un successo. E’ stata “sfoderata” gioia per combattere la violenza e puntare a stimolare il governo e l’opinione pubblica perché ci sia maggiore attenzione e più risposte punitive nei confronti di chi la commette e più protezione rispetto alle vittime. Un entusiasmo che è sfociato in un applauso collettivo quando dal terrazzo di Palazzo Garampi (dove poco prima il sindaco aveva improvvisato qualche passo di danza) è stato srotolato e appeso lo striscione con la scritta la violenza sulle donne è una sconfitta per tutti.

«E’ vero che ci piace stare in piazza a fare confusione - scherza Paola Gualano, presidente di Rompi il silenzio - tuttavia, speriamo che sia l’ultimo anno in cui è necessario manifestare per dire no alla violenza contro le donne. E’ un fenomeno che deve essere combattuto ogni giorno perché deve scomparire».

«Su 100 denunce solo 3 sfociano in condanne», hanno denunciato le donne dai microfoni, chiamate a dare la loro interpretazione di giustizia. «Giustizia è - spiega una di loro dal palco - fino a quando non smetteranno di rimandare le donne stuprate nei luoghi dove sono già state stuprate». «Giustizia è - afferma un’altra - che il mio compagno desideri condividere l’impegno alla casa».

A livello globale, sono un miliardo le donne che si trovano costrette a fronteggiare abusi e maltrattamenti. L’iniziativa, che nel 2013 ha coinvolto donne e uomini in 207 paesi con oltre 2mila eventi, è tornata nelle piazze italiane, grazie alla intraprendenza e all’energia di molte associazioni e gruppi attivi nel contrasto alla violenza di genere.

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