«Sport, tariffe più alte per i ricchi»

Rimini

RIMINI. L’attività sportiva deve essere garantita a tutti, in particolare ai soggetti deboli e in difficoltà economica. E per farlo sarà necessario agire sulle tariffe: chi ha maggiori possibilità deve pagare di più, proprio per aiutare chi invece non può. Lo ha detto ieri mattina in commissione dipartimentale l’assessore Gian Luca Brasini, nell’incontro dedicato alla gestione e concessione degli impianti sportivi: 75 sul territorio. Fra le strutture polivalenti - ha precisato - fino a poco tempo fa la meno utilizzata è «paradossalmente il Neri», ma «contiamo di riportarlo al centro della vita sportiva cittadina, grazie al rifacimento del manto erboso e della pista di atletica».

«Credo inoltre - ha aggiunto Brasini - che vada fatto un discorso più ampio. In Italia, e dunque anche a Rimini, lo sport vive una crisi strutturale dettata in buona parte dalle gravi difficoltà in cui versa l’economia nazionale che, di conseguenza, ha rarefatto se non cancellato del tutto gli investimenti, le sponsorizzazioni e il sostegno al tessuto sportivo italiano a ogni livello. La ripresa economica allora diventa la condizione essenziale affinché lo sport possa avere quella boccata d’ossigeno che oggi fatica ad avere».

La questione impianti rappresenta l’altra faccia del problema. «L’endemica apatia sul fronte della legislazione sportiva in grado di facilitare la realizzazione di nuovi impianti, gestiti in via preferenziale da soggetti privati solidi e capaci di fare impresa della cosa, fa il paio con le politiche tariffarie che mettono in atto gli enti locali per l’accesso a impianti di loro proprietà».

Ed ecco il punto. «Io credo sia necessario sempre più che i Comuni, sul tema dello sport inteso come collante sociale, mettano in piedi politiche tariffarie virtuose che agevolino economicamente, tutelino e garantiscano l’accesso alla pratica sportiva agli utenti deboli, in primis ai portatori di handicap e a chi ha un basso reddito. Su questo fronte, il Comune è impegnato col progetto Borsa di sport, per la quale abbiamo ricevuto oltre 400 domande di contributo. C’è un tema di equità però: basti pensare che, in linea con la media italiana, solo il 10% dei circa 3,3 milioni di spesa che l’amministrazione sostiene ogni anno per la manutenzione ordinaria è coperta dalle tariffe. Certo, i numeri hanno un valore relativo visto che in buona parte si tratta di soggetti che operano con una spiccata ottica sociale. Ma è chiaro che sempre più la tendenza degli enti locali, anche in ambito della pratica sportiva, è quella di agevolare al massimo chi è in difficoltà o a causa di gravi condizioni economiche non può accedere a questi servizi, riequilibrando la bilancia attraverso il chiedere a chi ha più possibilità di contribuire».

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