Bullismo, è vittima 1 studente su 2

Rimini

RIMINI. Botte, insulti, minacce. Un massacro dilagante che da Rimini arriva sul tavolo del Tribunale dei minori di Bologna a ritmi di 30 fascicoli all’anno, che rappresentano «purtroppo solo la punta dell’iceberg di quello che accade nelle scuole e fuori a livello locale». A suonare il campanello d’allarme sul bullismo e i suoi drammatici effetti collaterali è l’assessore provinciale alle Politiche sociali Mario Galasso, che porta a sostegno un a serie di dati.

A cominciare dalla ricerca effettuata a campione in un comprensorio scolastico delle superiori, dove sono stati distribuiti questionari sotto forma anonima nei quali è emerso che uno studente su due, il 49 per cento del totale, «nel corso del corrente anno è stato vittima di prepotenze». Un aspetto decisamente inquietante, che si accompagna ad altri, altrettanto preoccupanti, emersi con il medesimo questionario. Alla domanda “quando qualcuno fa il prepotente, i ragazzi che assistono cosa fanno?”, le risposte date con maggior frequenza sono state: al primo posto, “fanno finta di niente”; al secondo, “ridono, si divertono e appoggiano i più forti”. Il quadro riminese, solo nell’ultimo anno di fatti legati alla violenza e al bullismo tra i giovanissimi, ha visto una lunga serie di episodi: a Bellaria, due ragazzine di 13 anni prese di mira da quattro adolescenti tra i 14 e i 15 anni; a Rimini, una quindicenne è stata aggredita in discoteca da un gruppo di sue coetanee perché troppo carina. E ancora: due ragazzine di 12 anni hanno spaventato, intimidito e minacciato una coetanea per mesi arrivando anche a cercarla a casa e a scrivere frasi ingiuriose con la vernice rossa sull’asfalto. Un 17enne è stato picchiato e ferito con un coltello da un coetaneo perché aveva chiesto un appuntamento alla sua ex ragazza conosciuta sui social network. L’elenco è lungo, troppo lungo. Anche a livello regionale, il Tribunale dei Minori vede ogni anno dai 400 ai 600 fascicoli penali aperti. E anche a Rimini, dove la situazione è ormai dilagante, «si tratta di un fenomeno di non facile lettura ma sicuramente diffuso», chiarisce ancora Galasso, che precisa: «Esistono fenomeni di più sottile umiliazione quotidiana che rischiano di andare taciuti ma i cui effetti rischiano di essere anche più drammatici». Basta ricordare gli eclatanti casi che stanno martoriando l’Italia nelle ultime settimane, con giovanissime vittime del bullismo che si stanno togliendo la vita. Ecco perché dalla Provincia rincara la dose: «Il fenomeno va dunque seguito con grande attenzione da parte di tutti i soggetti preposti all’educazione dei giovani». Le armi messe in campo vedono al momento il progetto europeo denominato Ior - con una rete di 26 partner - dedicato a promuovere un uso corretto dei social network tra i giovani e quindi anche a prevenire atti di cyber bullismo. Da segnalare anche l’altro progetto, Non congelateci il sorriso, che mira sempre a sensibilizzazione gli studenti contro il bullismo. Un tentativo per arginare il fenomeno si sta facendo, insomma, anche se lo stesso Galasso conferma che non è sufficiente. «Al lavoro tecnico - conclude l’assessore - va aggiunto quello culturale ed educativo che a partire dai contesti famigliari e scolastici riesca ad incidere verso il cambiamento di quei comportamenti e stili di vita che sempre più spesso, purtroppo, salgono alla cronaca più avvilente e vigliacca».

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