Coppia riminese bloccata dalla tempesta su un'isola australiana

Rimini

RIMINI. Una coppia di turisti riminesi è bloccata ormai da tre giorni sull’isola di Lord Howe in Australia. Matteo Petrucci (29 anni) e Mariapia Cellarosi (25), residenti a San Lorenzo in Correggiano, si sono sposati l’11 luglio 2015. Per il viaggio di nozze hanno però deciso di attendere qualche mese. L’obiettivo era infatti l’Australia, ma dall’altra parte del globo l’estate coincide con il nostro inverno.

Così la partenza è stata fissata per il 10 gennaio. Dopo aver soggiornato a Melbourne, Ayers Rock e Sydney, l’ultima tappa del viaggio prevedeva quattro giorni a Lord Howe Island. Si tratta di una piccola isola (lunga 11 chilometri e larga 3) situata 600 chilometri a Nord-Est di Sydney raggiungibile in due ore di volo. Appena 350 abitanti e numero di turisti limitato a non più di 400 contemporaneamente. Lord Howe è anche inserita dall’Unesco come Patrimonio dell’umanità in virtù delle sue bellezza e di una biodiversità unica al mondo.

Per i due riminesi i problemi cominciano al momento del ritorno. «Dovevamo ripartire il 30 gennaio scorso per atterrare a Roma Fiumicino alle 12.40 del 31 - racconta Matteo Petrucci dall’isola australiana -. Ma nella notte che ha preceduto la nostra partenza da Lord Howe, una violenta tempesta si è abbattuta sull’isola e il nostro volo è stato cancellato». Secondo quanto spiegato alla coppia in hotel «partenze e atterraggi sono impediti da una tempesta di proporzioni enormi, inedite negli ultimi decenni, che si è scatenata nel bel mezzo dell’oceano proprio fra Lord Howe e Sydney».

Il nuovo volo era in programma ieri alle 9.20 (ora australiana), ma è stato nuovamente cancellato. Sinora in totale sono stati annullati otto voli in partenza e i turisti rimasti bloccati sono circa 240 (ogni aereo può ospitare trenta passeggeri).

Ma il peggio è che «sull’isola il tempo sta peggiorando, forse la tempesta scemerà solo venerdì e le previsioni meteo non indicano miglioramenti fino alla prossima settimana».

«Gli aspetti più desolanti sono due - spiega Matteo -. La Qantas (compagnia di bandiera australiana) non ci ha fornito spiegazioni ufficiali. Tutto ciò che sappiamo ce lo hanno comunicato i gestori dell’albergo». L’altro problema «è che domenica pomeriggio un aereo è partito ma non siamo riusciti a salire perché era pieno, mentre altri due voli sono stati cancellati. Forse quell’apparecchio non va incontro alla tempesta? Inoltre ci sono dei piccoli voli privati diretti a Brisbane ma costano oltre 1.500 euro a testa con l’incognita che la tratta va pagata anche se l’aereo non riesce a prendere il volo».

Ieri, comunque, stanchi di non ricevere notizie precise, Matteo e Mariapia hanno preso le bici e si sono recati direttamente in aeroporto: «Ci hanno spiegato che l’aereo deve passare nel bel mezzo di un maxi nuvolone nei pressi di Lord Howe, con l’incognita che il pilota deve volare a vista perché lì radar e Gps non funzionano».

Il viaggio di ritorno dei due riminesi è ora fissato per il pomeriggio di oggi (14.20), per ragioni di sicurezza senza bagagli (che verranno spediti in Italia in un secondo momento). «Ma difficilmente riusciremo a decollare - sostiene Matteo - anche se ieri due aerei privati ce l’hanno fatta». Intanto cresce il conto dell’hotel. «I primi due giorni li ha pagati la compagnia, da ieri tocca a noi. Poi una volta a casa dovremo chiedere il rimborso; ma visto che il problema è il maltempo, non sarà facile ottenerli».

La preoccupazione maggiore dei due riminesi riguarda il lavoro «avremmo dovuto ricominciare già lunedì scorso. Per fortuna dall’agenzia viaggi di Rimini che ci ha organizzato il tour, si stanno prodigando al massimo e stanno perdendo il sonno per portarci via di qua il prima possibile. Ma come ha evidenziato il gentile operatore dell’aeroporto, che ci ha spiegato tutto nel dettaglio: Su col morale. Potreste essere bloccati in posti ben peggiori di questo: ad esempio in Siria».

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