Sondaggio Pd: uno su due vota Gnassi

Rimini

RIMINI. Uno su due voterebbe Andrea Gnassi. Lo diciamo subito: lo dice un sondaggio del Partito democratico. E se le cose stessero veramente così, il sindaco ricandidato, alle amministrative di primavera avrebbe l’occasione di concedere il bis al primo turno, evitando il ballottaggio con il centro destra o peggio ancora con il Movimento 5 Stelle.

Il sondaggio in questione è telefonico ed è stato realizzato in questi giorni dall’ufficio studi del Pd regionale (lo stesso che a luglio aveva fatto quello che sancì il via libera per la ricandidatura di Virginio Merola a Bologna). Il Partito democratico sarebbe dato attorno al 46 per cento e un riminese su due, appunto il 50 per cento, è pronto a votare Gnassi.

I risultati, come sempre quando si parla di sondaggi, a maggior ragione in questo caso, vanno presi un po’ con il beneficio d’inventario, anche perchè al momento non sono note le alleanze e neppure gli avversari che sfideranno Gnassi. Anche il 46 per cento del Pd riminese appare generoso, non tanto se paragonato al 29,76 del 2001 e al 47,5 delle europee di due anni fa (40,8 il dato nazionale), ma agli ultimi sondaggi di dicembre che danno il Pd poco sopra il 30. Ammettiamo che Rimini sia un’isola felice, ma in questo caso sarebbe felicissima.

Torniamo al sondaggio. A rincuorare il centrosinistra riminese e alimentare le speranze di vittoria al primo turno c’è però anche un giudizio sostanzialmente positivo e trasversale agli schieramenti politici sul primo cittadino e la sua amministrazione: due riminesi su tre dei 600 intervistati, sostengono che la città si stia modernizzando (66 per cento) e danno un giudizio positivo dell’amministrazione Gnassi (il 67 per cento indica un voto dal 6 al 10). I temi sui quali c’è maggiore consenso sono le nuove fogne, lo stop al consumo di territorio e la riqualificazione delle piazze del centro storico. Più critico, invece, il giudizio sulla sicurezza, sull’andamento economico e il lavoro.

Parola di sindaco. Invitato a commentare i dato, Andrea Gnassi mostra subito un po’ di calma. «Personalmente non sono affetto da sondaggite perché so bene la difficoltà da parte di queste rilevazioni di catturare lo stato reale delle cose».

Però? «Almeno in questo caso mi pare emergano due elementi non trascurabili: innanzitutto si tratta di un sondaggio che ha un padre e una madre, non è un enigma senza famiglia, né dati e né nome; i mezzucci cioè di un vecchio e repellente modo di concepire la politica. Dunque, è una cosa seria».

Analizziamo i dati, allora. «I progetti fatti dall’amministrazione comunale trovano il gradimento di un’ampia maggioranza dei cittadini. E’ la conferma di quanto percepito in questi anni: c’è una condivisione nella comunità riminese sul dare priorità alle fogne, allo stop al cemento, alla viabilità, a mantenere fortissimo il presidio sulla tutela sociale e sul valore della cultura».

Cosa resta da fare, allora? «Certo, il lavoro è enorme, certo la campagna elettorale sarà faticosa e dura, ma partiamo da una buona base e siamo consapevoli che dobbiamo terminare quel cambiamento, quella modernizzazione che Rimini vuole e sente. Oggi c’è una Rimini che ci crede, che sa che bisogna completare i cantieri. Andare nella modernità, ma tutti, non i pochi o i più forti. Abbiamo seminato, siamo stati nel bunker nei primi anni di legislatura e abbiamo dovuto e voluto decidere, a costo anche personalmente di sembrare anche aspro. Non potevamo però in quella fase fare altrimenti; davanti alle emergenze non potevamo tentennare o inseguire sogni. Dovevamo in quel momento inseguire solo un’idea di città moderna e inclusiva, al bivio se fermarsi e guardare al passato oppure cambiare per costruire un futuro attraverso un modello di sviluppo diverso. Nel momento di crisi peggiore per l’Italia, non abbiamo pensato al consenso del giorno ma a ricostruire opportunità, salvaguardando le tutele sociali. Abbiamo scelto la seconda strada. E adesso proseguiamo con ancora maggiore forza su questa. Lo dico con una battuta siamo andati troppo avanti per tornare indietro».

Parola al Pd. C’è gloria anche per Juri Magrini, segretario provinciale. «Il sondaggio conferma pienamente la scelta che come Pd di Rimini abbiamo fatto nelle settimane scorse riconfermando unanimemente la fiducia al Gnassi per il buon lavoro svolto dall’amministrazione in questi cinque anni. Non posso non rimarcare il dato positivo che emerge dal sondaggio per l’intenzione di voto al Pd che riconferma il risultato eccezionale delle europee 2014 a testimonianza di un partito unito, radicato e credibile».

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