Rivela ai genitori che il figlio è gay: nei guai per stalking

Rimini

RIMINI. Per vendicarsi della fine di una relazione omosessuale con un adolescente, un uomo di quarantasei anni rivela ai genitori le tendenze del giovane riminese per il quale ha perso la testa attraverso una lunga lettera nella quale allega le prove degli incontri avvenuti nel corso dei tre anni precedenti e dichiara il suo amore per il ragazzo. Con tanto di richiesta di incontrarli per chiarire la sua posizione. «Una storia che mi ha rovinato la vita», scrive in uno dei passaggi della missiva, lunga dieci pagine e dai toni in parte struggenti, in parte deliranti.

Il gesto, l’ultimo di una serie di ossessivi messaggi via sms ed email ai quali il ragazzo non rispondeva più, è costato all’adulto innamorato – un quarantacinquenne italiano, residente in un’altra regione (viene omesso ogni dettaglio per non rendere anche indirettamente identificabile la parte offesa) - una denuncia per stalking. Il preludio al divieto di avvicinarsi all’ex amico e comunicare ancora con lui con qualsiasi mezzo, computer compreso. L’adolescente, che nel frattempo ha compiuto i diciotto anni, messo alle strette dai suoi ha spiegato infatti di non riuscire più a liberarsi delle attenzioni dell’amico più grande conosciuto tre anni prima su internet in un sito di incontri gay. L’ipotesi di violenza sessuale non è stata presa in considerazione perché il ragazzo ha ammesso di aver intrecciato con lui una specie di relazione, dapprima soltanto virtuale e di amicizia e poi anche sentimentale. Se qualcosa è davvero accaduto tra i due in occasione della decina di incontri “diretti” avrebbero avuto nel corso degli anni (appuntamenti in Romagna) il minorenne – di età superiore a 14 anni – ha spiegato di essere stato consenziente e di non aver mai subito forme di coercizione o plagio. Per la legge, quindi, anche se i genitori non l’hanno presa bene, non c’era niente di male nelle sporadiche frequentazioni – a loro insaputa - tra il figlio e l’uomo, l’importante era però mettere fine all’ansia che la persecuzione dell’uomo cominciava a provocare il ragazzo. La famiglia così ha fatto quadrato attorno allo studente che ha scelto di raccontare tutto ai carabinieri. Identificato dai militari nella propria città di residenza (pm Davide Ercolani), l’uomo accusato di stalking deve aver capito l’antifona: per evitare guai peggiori ha smesso di tormentare il ragazzo, circostanza che però non sarà sufficiente a evitare un processo.

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