La riempie di lettere d'amore: denunciato

Rimini

RIMINI. Scrivere lettere d’amore, al ritmo di quasi una al giorno, doveva servire a conquistare la ragazza dei suoi sogni. Lei però, esasperata dalle attenzioni non gradite dello spasimante, ha raccolto il malloppo delle missive tormentate e poetiche e le ha portate direttamente in caserma.

L’uomo è stato denunciato per stalking e rischia conseguenze peggiori se si azzarderà di nuovo a mettere mano alla penna: ieri mattina infatti i carabinieri gli hanno notificato il divieto del giudice di avvicinarsi alla ragazza e di comunicare con lei in qualsiasi maniera. A finire nei guai, stavolta non è il classico “birro” violento pronto a riversare rabbia e frustrazione sulla donna che lo rifiuta, ma un sensibile insegnante precario del Riminese, neppure quarantenne, travolto da una passione non corrisposta. Con i suoi atteggiamenti ossessivi avrebbe finito per provocare nell’oggetto dei suoi desideri uno stato d’ansia tale da costringerla a modificare le proprie abitudini di vita.

Un colpo duro per il professore anche perché adesso dovrà stare alla larga non solo dalla ragazza, ma anche dalla sua libreria preferita dove lei lavora, nell’attesa di un probabile processo a suo carico.

I due si erano conosciuti là, tra gli scaffali ricchi di classici e novità. Un segno del destino, deve aver pensato lui, che ha fatto della letteratura, fin dalle scelte universitarie, uno scopo di vita. Gli ci è voluto un po’ per farsi notare. Era già un buon cliente, si è trasformato in acquirente compulsivo. «Passava interi pomeriggi in libreria, a fissarmi», ha raccontato la donna ai carabinieri di via Destra del porto. Forse ispirato dallo sguardo della commessa, sia pure sfuggente, e circondato dai volumi che raccontano le storie d’amore più belle di sempre (Darcy ed Elisabeth, Giulietta e Romeo, Anna e Vronsky, Iurii e Lara, Paolo e Francesca, Florentino e Fermina e chi più ne ha ne metta...) come un novello Cyrano ha cominciato a trasformare in parole il turbinìo di sentimenti che lo agitava. C’è anche qualche sms molesto, ma soprattutto ci sono lettere. L’ha pedinata per scoprire quale fosse la cassetta della posta dove infilarle. «Me lo ritrovavo spesso di fronte».

Lei gli ha detto chiaro e tondo che non voleva saperne niente di lui. Il rifiuto non è bastato a scoraggiarlo: ha continuato inutilmente a riversarle poesie e dolcezze, nero su bianco. Fino a oltrepassare non solo i limiti dell’amore, ma anche quelli della legge. Nell’interrogatorio, di fronte al giudice Sonia Pasini dovrà cercare di risultare persuasivo, a nome di tutti i romantici per non far finire le lettere d’amore sul banco degli imputati.

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