Spinge l'ex e la rivale incinta sui binari

Rimini

RIMINI. «Lascia quella donna, sei sempre il mio fidanzato. O stai con me o muori». Dopo aver pronunciato la frase, sotto gli occhi degli agenti della polizia ferroviaria accorsi per le grida ma ancora attardati rispetto alla scena, la donna gelosa è passata all’azione: ha spinto la coppia, allacciata in un abbraccio, verso i binari pochi attimi prima del sopraggiungere del treno. A salvare i due, ma sarebbe giusto i tre visto che la “rivale” è in attesa di un bambino, è stato il provvidenziale intervento di un’altra donna che ha afferrato per la giacca l’uomo - sbilanciato dallo spintone - riuscendo a trattenerlo e impedendo a lui e alla compagna di rovinare sui binari: nonostante la frenata il macchinista non avrebbe potuto evitare la coppia. In manette, con l’accusa di duplice tentato omicidio è finita una romena di 47 anni, I.F., residente da tempo a Rimini. A farle perdere la testa sarebbe stato vedere l’ex fidanzato scambiarsi un bacio con la nuova compagna, in procinto di partire da Rimini. L’episodio è accaduto in stazione lunedì sera attorno alle 22.45. Gli uomini della polizia ferroviaria hanno individuato protagonisti e testimoni della vicenda e, dopo aver ricostruito la dinamica dell’accaduto nei loro uffici, hanno proceduto all’arresto in flagranza con l’accusa di tentato omicidio.

«Era la mia ex - ha raccontato l’uomo sfuggito alla morte - e quando l’ho vista lì sul binario inveire contro di noi che ci eravamo appena scambiati un bacio ho istintivamente stretto a me la mia nuova compagna che aspetta un bambino. E’ arrivata di corsa e ci ha dato uno spintone, mentre sopraggiungeva il treno. Fortunatamente l’altra donna mi ha preso per la giacca riportandoci sul marciapiede, un attimo prima della fine».

Su quello stesso marciapiede ferroviario l’8 agosto 2007 un uomo romeno (poi condannato in via definitiva all’ergastolo) uccise, sgozzandola, la figlia di 17 anni e ferì gravemente l’ex moglie, vero obiettivo del suo agguato.

L’aggressione avvenne a mezzogiorno sulla banchina del binario della stazione, sotto gli occhi dell’altro figlio della coppia, un bambino che all’epoca aveva dieci anni. Il movente, sempre quello: una gelosia morbosa e ingiustificata. La donna da tempo non era più sua moglie. La famiglia si era riunita a Rimini, dove l’omicida lavorava, per trascorrere una vacanza tutti insieme. La donna, però, non voleva tornare con lui, memore di soprusi e violenze passate e intendeva tornarsene con i figli da dove era venuta: lui cercava di impedirle si salire sul treno e la figlia aveva preso le difese della mamma. Alla ragazza toccò la “punizione” più terribile, l’ex moglie, ferita gravemente, invece se la cavò.

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