Testate e pugni in campo tra 12enni

Rimini

RIMINI. Pugni, testate e calci negli stinchi e la partita tra 12enni diventa un campo da battaglia. Uno rimedia un taglio al labbro e l’altro, in tutta risposta, una frattura al naso (oltre a cento euro di multa alla società per le intemperanze dei genitori). Nella squadra ospite altri quattro restano contusi e la società scrive alla Federazione e all’Aia: mai più partite così virulente tra i ragazzini, il calcio deve essere divertimento.

Fine ottobre, e a Coriano si disputa una partita del Campionato giovanissimi interprovinciale: sul campo, a casa loro, la Junior Coriano; dall’altra parte l’Azzurra di Ravenna. I giocatori sono tutti ragazzini di 12 e 13 anni, e anche l’arbitro non è molto più grande. Il match finisce zero a zero, ma è ciò che avviene sul campo che non è spettacolo da tutti i giorni. Le due squadre sono forti e se la giocano, una in maniera più “vigorosa” dell’altra.

«Abbiamo contato cinque contusi a fine partita - racconta uno degli accompagnatori ravennati e nonno di un giocatore, Costante Novaga -: uno con il naso rotto, uno con una piccola frattura a un dito rimediata in seguito a una caduta, e altri tre con ematomi e segni dei tacchetti sulle gambe. I due ragazzini con le fratture sono finiti in pronto soccorso, e il ragazzino col naso rotto è stato anche espulso e ha avuto due giornate di squalifica, e la società si è beccata 100 euro di multa per le intemperanze dei genitori che protestavano solo perché vedevano i figli farsi male».

Dall’altra parte, la raccontano un po’ diversa. «Il ragazzino che ha subito una testata riportando la frattura al naso poco prima aveva sferrato un pugno a uno dei nostri bambini che ne è uscito con il labbro insanguinato. E comunque, dopo quella testata, l’allenatore ha richiamato negli spogliatoi il nostro giocatore e, per fargli capire la lezione, non l’ha fatto giocare nemmeno la volta seguente», spiega Cesare Conti dirigente della Polisportiva Junior Coriano. Insomma, il clima era teso a bordo campo, ma l’Azzurra non ha chiuso lì la faccenda e, al ritorno a casa, ha scritto una lettera alle Figc di Rimini e Ravenna e all’Aia lamentando la modalità di gioco troppo “virulenta” e dicendosi pronta a consegnare i referti medici qualora si chiedessero le prove di tanta protesta. «Accettiamo la squalifica del giocatore e paghiamo l’ammenda - si legge - ma mai abbiamo avuto un bollettino di guerra come quello del 25 ottobre. Il gioco del calcio deve essere soprattutto divertimento e servire come esempio di vita: inaccettabili i fatti accaduti in campo». Accuse che il Junior Coriano rigetta. «La descrizione data non corrisponde alla realtà - spiega Conti -. Il loro bimbo ha dato un pugno al nostro e il nostro ha reagito sbagliando e per questo lo abbiamo punito. Sono 23 anni che seguo i ragazzini e a loro dico sempre: giocatevela al meglio ma nel pieno rispetto degli avversari e del gioco. Alcune partite vanno fuori dai binari e questo a noi non piace: spesso a livello giovanile l’esasperazione non manca, ma in quel caso era solo una partita molto combattuta».

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