Sesso con i trans in carcere, agente nei guai

Rimini

RIMINI. E’ agli arresti domiciliari una guardia penitenziaria 40enne, W.C., che dovrà difendersi dalle accuse di concussione e violenza sessuale. L’uomo, celibe e nato a Bari, è finito nei guai dopo le denunce dei due transessuali di origine brasiliana che sono dietro le sbarre nel carcere dei Casetti: sono state le loro dichiarazioni e le segnalazioni degli stessi agenti della penitenziaria - colleghi dell’accusato - a fare partire lo scorso agosto le indagini coordinante dalla Procura. Indagini a cui sono stati delegati sempre gli agenti dei Casetti, che sono riusciti così a ricostruire i movimenti del collega, raccogliendo anche una serie di prove che ha portato il giudice delle indagini preliminari a disporre gli arresti domiciliari su richiesta della Procura. Al 40enne - nel frattempo era stato trasferito nel carcere femminile di Forlì - sabato scorso è stata notificata l’ordinanza della custodia cautelare. Stando alle accuse, infatti, l’agente penitenziario avrebbe più volte abusato sessualmente dei due transessuali, che all’interno della casa circondariale riminese sono detenuti in una sezione speciale. E’ lì che l’uomo, forte anche dell’assenza di telecamere, avrebbe richiesto e consumato i rapporti sessuali quando era di turno per la vigilanza. In cambio, il 40enne avrebbe fatto dei piccoli favori o garantito la scorta di oggetti come i pacchetti di sigarette. In alcuni casi, sempre stando alla versione fornita dalle vittime degli abusi, le prestazioni sessuali sarebbero state fornite in virtù della posizione che ricopriva l’uomo. Difeso dall’avvocato Vito Castiglioni del Foro di Bari, l’agente accusato è stato interrogato ieri mattina dal Gip del tribunale di Rimini, ma ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.

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