Il giudice scarcera il cuoco pirata

Rimini

SAN GIOVANNI IN MARIGNANO. Torna a casa Mirko Cerri, il 44enne cattolichino finito in carcere domenica scorsa dopo aver confessato di essere lui il pirata della strada che giovedì 8 ottobre ha travolto tre donne sull’ultima zebra delle strisce pedonali di via del Mare, causando la morte dell’87enne Nevia Cavoli dopo una notte di agonia. La badante romena di 49 anni che spingeva la sua carrozzina e l’amica 76enne della vittima sono tutt’ora ricoverate al Ceccarini di Riccione, rispettivamente in Ortopedia e Rianimazione.

Il giudice Fiorella Casadei, ha infatti ritenuto sufficiente la carcerazione fatta dal cuoco stagionale per cui la procura della Repubblica aveva chiesto, in alternativa alla detenzione ai Casetti, gli arresti domiciliari. Il pirata, invece, come chiesto dal difensore di fiducia, l’avvocato Andrea Mandolesi, torna libero. Unico obbligo che l’uomo deve rispettare è quello di non uscire di casa dalle 20 alle 7.

Alla domanda più ovvia fatta dal giudice in sede di convalida e cioè perchè non si è fermato, Mirko Cerri ha risposto: «ero spaventatissimo». Il cuoco, così come fatto domenica quando si è costituito alla caserma dei carabinieri di Cattolica, ha spiegato che la tragedia è stata innescata non da agenti esterni ma da un attimo di disattenzione. «Non ero né ubriaco, né stavo telefonando. Non le ho proprio viste» ha ripetuto più volte. Di certo, però, dopo il tonfo sentito sulla carrozzeria della vecchia Xsara color oro «con cui non stavo andando a velocità sostenuta» circostanza confermata a Polstrada e carabinieri anche dai testimoni, Cerri ha detto di essere tornato sui propri passi. Ha quindi imboccato via del Mare in senso opposto. «Quando sono arrivato all’altezza della rotonda e ho visto tutti quei lampeggiatori, le ambulanze, ho capito che era successo qualcosa di grave. Sono stato preso dal panico e sono scappato». Cerri ha quindi detto che è stato fondamentale nella sua decisione di costituirsi, l’aver raccontato tutto al fratello.

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