Un anno fa moriva Dasi: il Pio Manzù resta senza casa

Rimini

RIMINI. Un anno fa moriva Gerardo Filiberto Dasi, fondatore nel 1969 del Centro Pio Manzù e creatore delle Giornate che si sono tenute a Rimini nel corso degli anni, in cui hanno partecipato tra gli altri Mikhail Gorbaciov, George Bush Senior, la principessa Diana del Galles, la Regina Rania di Giordania; Javier Solana, il segretario di Stato degli Usa Henry Kissinger, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il tenore Luciano Pavarotti, la star del cinema Sharon Stone. Ricordiamo che il centro Pio Manzù è un organismo in status consultivo generale con le Nazioni Unite che ha operato fino al 2013 come Istituto di studi per l’approfondimento dei temi economici e scientifici. Al momento con la scomparsa di Dasi, il Centro Pio Manzù resta senza una casa. Anche se, a inizio settembre scorso, si era aperto uno spiraglio: gli eredi di Pio Manzù (vero cognome Manzoni) sembravano infatti pronti a costituire ufficialmente una Fondazione che portasse il nome del noto designer. Lo avevano rivelato - all’Eco di Bergamo - Giacomo Manzoni, figlio di Pio che insieme alla sorella Francesca sta lavorando al nuovo progetto. Tutto nasce dalle difficoltà del Centro di Ponte Verucchio - che porta il nome del designer e papà della Fiat 127 - nel portare avanti l’eredità lasciata. Dalla Romagna del resto, come scritto dal Corriere Romagna un mese fa, arrivano segnali tutt’altro che confortanti: sede chiusa e le due dipendenti licenziate. A Bergamo, invece, spiegava la famiglia Manzoni, «il desiderio è quello di creare, insieme ad altre fondazioni, un network per realizzare collaborazioni di carattere culturale, sia a livello nazionale che internazionale». 

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