«Con la marijuana sto meglio»

Rimini

 

RIMINI. Lei vorrebbe solo poter acquistare della marijuana per dormire la notte e rilassare i muscoli. Oppure coltivarla nel giardino di casa. «Mia suocera è bravissima a coltivare le piante. Perché non posso chiederle di darmi una mano? Perché non posso usarla per stare meglio?». Maddalena Migani, 36 anni, malata da quando ne aveva 27 di sclerosi multipla, è di Riccione ma vive a Bellaria. E’ mamma di due bimbe, di 3 e 6 anni, e ha trovato un po’ di serenità quando, per due settimane, ha cominciato ad assumere un po’ di marijuana sotto la lingua, prima di andare a letto. «Dopo che ho visto un post su Facebook che riportava di un servizio delle Iene sull’uso terapeutico della marijuana provai a procurarmene un po’ tramite un mio amico e provai a fumarla, ma non mi piacque. Non avendo mai fumato, mi girava la testa e mi dava fastidio. Provai allora a mangiarla lasciandola sotto la lingua fingendo fosse omeopatia e lentamente i risultati arrivarono: la mia minzione era migliorata e piano piano cominciavo a sentirmi un essere normale. Prendendola la sera prima di dormire al mattino mi svegliavo meglio. La malattia mi fa contrarre i muscoli in maniera pazza, l’utilizzo di marijuana invece me li rilassa». Una sensazione di benessere che vorrebbe non le fosse negata. O che per averla, coltivandola in casa o procurandosela, non fosse costretta a commettere azioni fuori dalla legge. E’ per questo che ha deciso di lanciare una petizione on line su change.org che in pochi giorni ha già raggiunto 3.500 firme. «Chiedo al governo di liberalizzare l’uso – scrive Maddalena nella petizione – per me e chi si trova in una situazione analoga». «Ci sono ancora troppi pregiudizi nei confronti di quella pianta ma oggi c’è l’interesse necessario nei confronti di questo tema e forse si può fare qualcosa per cambiare», spiega. La cannabis è l’unica sua possibilità di stare meglio, di liberarsi anche solo in maniera non definitiva da quei disturbi (ha il 75% di disabilità) che si porta dietro ogni giorno come correre in bagno a fare pipì molto frequentemente, zoppicare da un gamba e non vedere quasi più da un occhio. Prima della malattia e della gravidanza era libera professionista nell’ambito del geographical information system, cartografia georeferenziata e collaborava con le università. «Purtroppo la sclerosi multipla è una malattia di cui non si sa niente e non si capisce niente. Per alcuni non è neanche una malattia. Ci sono teorie svariate». Solo che gli altri farmaci in commercio non li tollera. Certo, c’è il Sativex che è a base di cannabinoidi. «Ma costa un sacco e non è adatto a me. Io ancora non sto abbastanza male da prenderlo». E i dottori che ne pensano della cannabis? «Quando ne ho parlato al mio medico mi ha guardato e mi ha rivolto un sorriso di benevolenza». Ma la sua battaglia andrà avanti. «Perché adesso i tempi sono maturi», dice. «Mi ha già chiamato la trasmissione Servizio Pubblico, dopo un’intervista su Repubblica.it, e mi stanno chiamando per altre interviste». Anche il Pd qualche giorno fa ha presentato un disegno di legge sull’uso terapeutico della cannabis che dovrebbe semplificare e rendere accessibile ai pazienti il ricorso a farmaci cannabinoidi già autorizzati in Toscana, Veneto e Liguria.

 

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