Cocorico, i carabinieri chiedono lo stop

Rimini

RIMINI. La lotta alla droga? Ognuno la fa alla sua maniera. Secondo il “Cocorico”, per esempio, non c’è niente di meglio che confermare la serata “Diabolika” in programma oggi «per dedicare l’intera serata a una serie d’iniziative per ribadire l’impegno in prima linea». Il tutto dopo una «lunga riflessione tra restare in silenzio e affermare la nostra voglia di non arrenderci». E’ morto un ragazzino di sedici anni in una discoteca che deve il suo successo all’immagine trasgressiva consolidata, anche suo malgrado, nel tempo e alla programmazione musicale “techno” che storicamente si accompagna all’assunzione di droghe sintetiche, ma è come non fosse successo niente. La morte in pista è un incidente fortuito, il problema riguarda una coppia di genitori che oggi seguiranno una bara bianca coperta di fiori per le antiche strade di una cittadina umbra. Altri sedicenni come Lamberto saranno liberi di giocare con la vita, vittime di un’incoscienza che non è soltanto loro, in mezzo a migliaia di coetanei che si divertono a ballare nella folla su ritmi ossessivi sparati a volume estremo fino all’alba, e in teoria perfino lo spacciatore della dose mortale potrebbe ripresentarsi all’ingresso («Vorrei partecipare ai funerali», ha detto). Gli interessi in gioco sono molti, le responsabilità, per una questione complessa e principalmente culturale, difficili da individuare. Ma un segnale, no? Ieri sembrava dovesse lanciarlo proprio la persona che non ti aspetti: si sono ventilate le dimissioni da presidente del “Cocorico” di Fabrizio De Meis, umanamente scosso dall’accaduto e preoccupato delle possibili ripercussioni. Una scelta che potrebbe soltanto essere rimandata di qualche ora. Nel frattempo i carabinieri hanno trasmesso in questura una relazione sul locale riccionese. Vengono presi in considerazione gli ultimi due anni, quattro casi di overdose da ecstasy, decine di malori di giovanissimi (salvati grazie al presidio medico attrezzato dal locale), decine di arresti di spacciatori (la maggior parte su segnalazione del servizio d’ordine). Nel rapporto dell’Arma si parla anche di due controlli nel corso dei quali emersero delle presunte irregolarità nelle somministrazione di alcolici, senza che ne scaturissero provvedimenti amministrativi. Ce n’è abbastanza perché il questore Maurizio Improta, sulla scorta dell’esperienza della divisione amministrativa della questura diretta dal primo dirigente Achille Zechini, prenda in considerazione l’opportunità di un proprio provvedimento di sospensione temporanea della licenza. A fare la differenza potrebbe essere la circostanza dello spaccio dell’ultima dose a Lamberto: dalle indiscrezioni è emerso che è avvenuto nel locale, ma il verbale del pusher è coperto dal segreto istruttorio e così difficilmente potrà fare da fondamento a un provvedimento di stop alle danza. Intanto oggi, il giorno dell’addio a Lamberto, nessuno fermerà la musica.

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