Trovato lo spacciatore dell'ecstasy assassina

Rimini

RICCIONE. Quando i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Riccione hanno bussato alla porta di casa domenica a cavallo delle 21, l’hanno trovato in lacrime tra le braccia dei genitori.

Diciannove anni, un diploma superiore appena acquisito, tra i singhiozzi ha subito vuotato il sacco e raccontato ai militari che dalla mattina aveva capito la drammatica verità: Lamberto Lucaccioni, il 16enne morto dopo essersi fatto di ecstasy al Cocoricò, di cui tutti i notiziari (radio, tv) e tutta Riccione stava parlando, era quel ragazzino visto tante volte lungo la via dello struscio e nei corridoi del liceo Plinio il Giovane, che con due amici aveva comprato da lui giovedì a Città di Castello tre grammi di Mdma. Duecentocinquanta euro di trasgressione di cui si era liberato subito, nonostante il terzetto potesse pagare all’istante solo l’anticipo. Il saldo è stato fatto nel centro di Riccione prima che Lamberto e amici raggiungessero il Cocoricò. Discoteca dove è stato in pista fino all’alba anche il giovane pusher, prima di riparare sotto una pianta dove ha riposato fino a domenica mattina inoltrata. E dove ha “riflettuto” per molte ore visto che quando i militari hanno suonato alla sua porta, lui era arrivato dalla Riviera da un’ora, forse meno. Una pratica abituale quella del seguire i propri clienti. Almeno questo ha raccontato l’inchiesta perugina che mesi fa ha portato in carcere o ai domiciliari diciassette coetanei, studenti modello specializzati nello sballarsi e far sballare i coetanei.

Mentre il 19enne verbalizzava tutto ciò in caserma alla presenza di due avvocati, i militari hanno provveduto a perquisire l’appartamento dove vive con mamma e papà, risultato completamente pulito.

La svolta. A portare gli investigatori dell’Arma riccionese, comandata dal capitano Antonio De Lise, nel cuore dell’Umbria, sono stati gli amici di “Lambi”, figlio unico, buon calciatore del Gs Madonna del latte, ottimo studente dello scientifico Plinio il Giovane, che per la promozione al terzo anno aveva chiesto come regalo di poter trascorrere un fine settimana lungo in Riviera. Cosa fattibile grazie al fatto che uno degli amici con cui sognava di trascorrere una notte sulla pista del Cocoricò, aveva preso una casa in affitto a Pinarella di Cervia. Ad accompagnarlo al mare il padre Livio, farmacista, e mamma Donatella.

Non è stato facile arrivare al pusher. I sopravvissuti, infatti, prima di dare indicazioni utili e determinanti alle indagini, sono stati “disintossicati” per molte ore. Tempo in cui hanno fornito versioni contrastanti e fantasiose. Gli spacciatori, priva di arrivare al 19enne, hanno cambiato razza più volte (tunisino, marocchino), colore di pelle e capelli (biondi, neri). Anche il luogo dell’acquisto non era certo. Fino a quando, ripuliti dalla loro parte di Mdma ingurgitata con la bottiglietta d’acqua acquistata in un bar prima di varcare i cancelli della Piramide, hanno raccontato la stessa versione dei fatti fornita dal 19enne, il cui nome è stato iscritto nel registro degli indagati della procura della Repubblica di Rimini con le accuse di spaccio e morte come conseguenza di altro reato. All’unisono hanno ripetuto a investigatori e genitori che quella di sabato scorso per loro era la prima volta. Che potrebbe rivelarsi la verità vista la “leggerezza” che li ha portati a ingoiare, con quattro sorsate, 3 grammi di Mdma. Un quantitativo enorme se si pensa che il principio attivo medio di ogni pasticca varia dai 75 ai 150 milligrammi. Tradotto: a secondo della purezza, in tre si sono bevuti dalle 20 alle 40 pasticche.

Se oltre alla droga hanno fatto abuso anche di alcol, lo si saprà dopo gli esami tossicologici che saranno eseguiti in simultanea all’autopsia di Lamberto che verrà eseguita questa mattina.

Di sicuro, però, l’indagine non è chiusa. Adesso è caccia aperta al fornitore del giovane spacciatore. Il sospetto che si annidi in Riviera, è più che una certezza.

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