Accusato di peculato per 100mila euro, il giudice sequestra la casa al funzionario

Rimini

RIMINI. Il giudice Fiorella Casadei su richiesta del pm Davide Ercolani ha emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente dei beni posseduti (compresa la sua quota del 50 per cento della casa, l’auto, lo scooter e i conti correnti) per un valore che sfiora i centomila euro nei confronti dell’ex dirigente dell’Unione Valconca, indagato con l’accusa di peculato. Nel caso di un processo e di un’eventuale condanna del professionista, l’ente pubblico potrà così più facilmente rientrare in possesso della somma stimata come “danno” nel corso delle accurate indagini fin qui svolte dai carabinieri di Riccione e di Morciano nell’ambito dell’inchiesta denominata “Valconca d’oro”.

Nella qualità di pubblico ufficiale l’accusato, in epoca antecedente e prossima al 29 luglio 2014, si sarebbe appropriato dei soldi dei cittadini, facendo la “cresta” sui versamenti dei diritti di segreteria nell’ambito del settore di sua competenza, legate allo sportello unico delle attività produttive (Suap) dell’Unione Valconca di Morciano di Romagna. In particolare, secondo quanto recita il capo d’imputazione, l’allora dirigente avrebbe ricevuto (o omesso di ricevere) somme di denaro contanti e valori bollati in pagamento dei vari oneri dovuti per il rilascio di autorizzazioni, concessioni e altre pratiche dell’ufficio da lui diretto. Secondo l’ipotesi degli investigatori (l’indagine è ancora nella fase preliminare) l’indagato - un 58enne architetto residente a Morciano di Romagna - avrebbe distratto quelle stesse somme per scopi personali.

Carabinieri e procura, a partire dalla segnalazione di un esposto presentato dal sindaco di Montefiore, Vallì Cipriani, che segnalava delle irregolarità riguardo alle autorizzazioni rilasciate per un’attività di autonoleggio, hanno passato in rassegna ben duemilaquattrocentoquindici pratiche a lui ascrivibili, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2014, in quanto unico responsabile e massimo organo dirigenziale dell’ente Unione Valconca. Stando ai loro calcoli i conti proprio non tornano: la differenza che emerge dall’esame della contabilità “parallela”, a giudizio degli investigatori, sfiorerebbe appunto i centomila euro e precisamente 98.546 euro secondo una stima che i carabinieri considerano per difetto. I militari di Riccione e Morciano hanno raccolto, nel corso degli accertamenti, le dichiarazioni di circa novanta cittadini che avevano pagato direttamente al funzionario le somme dovute per le autorizzazioni amministrative necessarie. L’indagato, difeso dagli avvocati Francesco Pisciotti e Pierluigi Autunno, si dice disponibile a fornire ogni chiarimento ritenuto necessario («Non ho intascato quei soldi» va ripetendo), ma non è stato ancora interrogato: potrà chiedere di essere sentito per fornire le proprie spiegazioni una volta che gli investigatori avranno tirato le somme, chiuso l’inchiesta e notificato il relativo avviso di conclusione delle indagini. (a.r.)

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