Adesca ragazzine davanti alla scuola ma loro lo smascherano con una foto

Rimini

RIMINI. Tenta di adescare le ragazzine della terza media, facendo loro proposte oscene, tra la fermata dell’autobus e l’ingresso della scuola (un istituto cittadino di cui viene omesso il nome per non rendere identificabili neppure indirettamente le minorenni coinvolte nella vicenda).

L’uomo, un trentaseienne residente a Rimini, è stato identificato grazie alla prontezza di una delle giovanissime che lo ha immortalato mentre transitava in bicicletta davanti alla scuola, e denunciato a piede libero con l’accusa di “adescamento di minorenni”, una fattispecie introdotta di recente dal legislatore, per adeguarsi all’Europa e con un occhio alle condotte virtuali sul web, che non si concretizzano in un atto specifico, punito con la reclusione da uno a tre anni. «Per adescamento - recita il codice penale - si intende qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l'utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione».

La vicenda risale alla fine del mese di maggio, a meno due settimane dalla fine delle lezioni (le ragazzine sono ancora impegnate nell’esame per la licenza media).

Stando alla denuncia di due minorenni, l'uomo si era avvicinato in bicicletta proponendo con grande disinvoltura un rapporto orale, come se si trattasse di una situazione normale per un adulto (dopo averle lusingate con un complimento). Più subdolamente le avrebbe avvicinate, in realtà, una alla volta e in giorni diversi, ma entrambe avevano avuto la stessa reazione sdegnata e spaventata. Si erano allontanate in tutta fretta.

Nel rivederlo qualche giorno dopo ancora nei paraggi della scuola, dopo essersi consultate tra loro, gli avevano scattato una foto con il telefonino. L’uomo è immortalato in sella a una bicicletta bianca, con indosso un maglioncino leggero di colore rosso.

La fotografia è stata allegata alla denuncia che una delle due ragazzine, accompagnata dalla mamma, ha poi sporto in questura al personale della Squadra mobile. A partire da quella immagine è stato possibile risalire all’identità dello sconosciuto, già noto alle forze dell'ordine anche per reati di natura sessuale. Sull’episodio il pm Davide Ercolani ha aperto un fascicolo ipotizzando la particolare fattispecie di “adescamento di minorenni” (articolo 609-undecies del codice penale). Il fenomeno, conosciuto all’estero come grooming (da to groom, “curare”), consiste nell’indebolire la volontà del minore in modo da ottenerne il massimo controllo. Il fine è quello di convincere la potenziale vittima della “normalità” dei rapporti sessuali tra adulti e minori.

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