L'imbecille colpisce ancora: scritte e bestemmie sui monumenti

Rimini

RIMINI. Memorizziamo questo “complimento”: imbecille. Sembra diventata una triste tradizione cittadina: imbrattare non solo pareti, serrande, insegne. Ma soprattutto monumenti e palazzi storici. Ricordiamo tutti la stagione di Sara ti amo, che almeno aveva la scusante del cuore infranto e accecato dall’amore. Poi poco più di un anno fa quell’Amor vincit omnia, vergato in rosso sui simboli riminesi: dal Duomo alla statua di Paolo V.

Poteva bastare. Invece l’imbecille (da solo o in compagnia di imbecilli come lui) nella notte fra domenica e lunedì ha voluto battere l’ennesimo primato: non solo ha danneggiato il “trono” del papa in piazza Cavour, ma ha scelto di passare alla storia scrivendo in rosso una bestemmia irripetibile. Non contento ha “dipinto” una falce e martello sul Palazzo del Podestà e lasciato scritte sui banchi in marmo della Vecchia Pescheria.

Ieri mattina, dopo la fastidiosa scoperta, sono intervenuti in piazza gli agenti di polizia municipale e della Digos, mentre i tecnici di Anthea hanno valutato la situazione.

L’assessore alla sicurezza Jamil Sadegholvaad, condanna con forza l’ultima “prodezza” del genio di giornata e comunica che il Comune ha presentato denuncia all’autorità inquirente. Allo stesso tempo Palazzo Garampi «sta visionando i filmati delle telecamere in centro in modo da ricavare tutti gli elementi utili a identificare» il vandalo.

Nel frattempo l’assessore rinnova l’appello («chi ha visto si faccia avanti») e spiega di avere allertato la Soprintendenza di Ravenna in «modo da potere procedere con la tempestiva rimozione delle scritte, attraverso l’immediata individuazione di una ditta specializzata».

Il finale è dedicato alla punizione che deve essere esemplare, come un «pacco consistente di ore a servizio della ripulitura in città di analoghe scritte vergate da altrettanti imbecilli».

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