Trivelle in mare, da Roma ok alle ispezioni

Rimini

RIMINI. Passo decisivo per la ricerca di idrocarburi, gas e petrolio, al largo della coste di Rimini. Il ministero dell’Ambiente ha decretato la compatibilità ambientale al programma dei lavori che porteranno al controllo preventivo dei fondali marini in vista delle possibili trivellazioni.

 

 

Lo spettro aleggiava lungo l’Adriatico già da tre anni, quando nel 2012 l’allora ministro allo Sviluppo economico, Corrado Passera, aveva perorato la causa delle ricerche di gas e petrolio in mare, nonostante le proteste da parte di associazioni ambientali e istituzioni locali. Tra queste anche la Provincia di Rimini che si era opposta alla possibilità di creare future piattaforme di estrazione al largo delle coste della riviera. Un’opposizione vana, l’iter per concretizzare il progetto è infatti andato avanti e adesso ha raggiunto un punto di svolta: il “lasciapassare” concesso dal ministero permetterà alla società inglese Spectrum Geo (l’altra, la Petroleum Geo Service Asia Pacific, si è chiamata fuori) di andare a sondare i fondali con la tecnica dell’air-gun. Nella sostanza, si tratta di una procedura di ispezione dei fondali marini per capire cosa contiene il sottosuolo. E’ una tecnica molto diffusa e nello specifico si procede emettendo spari molto intensi e continui di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo.

La tecnica è però una delle più contestate da parte degli ambientalisti. E il motivo è che questi spari sarebbero dannosi per la fauna marina, che potrebbe subire delle lesioni irreversibili. Di certo c’è che le acque della Romagna non saranno le uniche interessate ma saranno coinvolte anche Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, per un'estensione totale di 30.297 chilometri quadrati. 

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui