I Podoeroi scoprono una nuova via Emilia

Rimini

RIMINI. Un lungo percorso di 670 chilometri da Zerba, in provincia di Piacenza, a Cattolica. Un lungo sentiero che, salendo e scendendo dall'Appennino, collega il punto più a Ovest con quello più a Est dell'Emilia-Romagna. Tre anni fa, un gruppo di amici guidato dal comandante della Forestale di Rimini Aldo Terzi, ha avuto l'idea del Cammino dell'EROE (Emilia Romagna da Ovest a Est). I camminatori (d'ora in poi ribattezzati Podoeroi) era già dal 2005 che trascorrevano il ponte del 2 giugno in lunghe camminate. L'idea dell'EROE ha dato loro un riferimento e un obiettivo che con determinazione hanno portato avanti nel corso di questi anni utilizzando il ponte della Repubblica ma anche altri periodi dell'anno, in tutto sette.
Così, sotto il sole o la pioggia, sotto o sopra la neve (grazie alle ciaspole), al buio, nella nebbia, all'alba, al tramonto, insomma in ogni condizione meteo, i camminatori (quasi sempre più di venti per la gioia di ristoratori e rifugi) si sono sciroppati, zaino in spalla, un dislivello in salita di quasi 30 mila metri con percorsi giornalieri anche di più di 30 chilometri. Martedì l'ultima tappa, la 30esima, prevede l'arrivo sulla costa adriatica con tanto di festa, bagno in mare (i più audaci lo hanno fatto anche alla cascata dell'Acquacheta), ricevimento delle autorità e posa della targa di arrivo. Come per il Giro d'Italia c'è una tabella di marcia: ore 13.30 Parco Ambasz Morciano, ore 17 sponda sinistra foce Conca Misano, 18.30 piazza 1° maggio Cattolica, 20.30 festa al Conca Village Porto Verde...
Il percorso è stato tracciato collegando tra loro sentieri già esistenti, per gran parte lungo le direttrici principali dell'Alta via dei parchi e del Sentiero CAI 00 dell'Emilia-Romagna. L'ultimo tratto del cammino viene percorso in questi giorni a partire da Molino di Bascio (dove i nostri Podoeroi sono arrivati in febbraio dopo una ciaspolata di due giorni).
«Per gli spostamenti», spiega Terzi, «è stata sfruttata al massimo la rete ferroviaria della regione con i suoi avamposti nel cuore dell'Appennino. In alternativa sono stati utilizzati autobus di linea o minibus privati».
Il cammino è stato completamente mappato con Gps e le tracce saranno messe a disposizione gratuitamente di altri camminatori che vorranno provare l'esperienza.
«Esiste quindi una nuova via da percorrere a piedi», prosegue Terzi, «che corre quasi parallela alla via Emilia ma che è spostata sulle montagne dell'Appennino là dove è conservata la più antica e autentica memoria storica, genetica e ambientale del nostro territorio regionale. Proprio perché i luoghi che abbiamo attraversato sono ricchi di storie di vita autentica abbiamo deciso di dedicare ogni tratto percorso a una suggestione che abbiamo captato nel camminare». Ecco allora che uno è stato dedicato alla natura e all'Io selvaggio, un altro ai popoli uniti, uno al superamento dei propri limiti e poi ancora alla libertà e allo spirito libero, a ciò che è sacro, al silenzio e alla ricerca di sé, alla forza delle idee.
Tanti gli incontri belli che restano tra i ricordi dei PodoEroi in questi anni di cammino. Da quelli avuti con personaggi famosi come Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli (con i quali i nostri camminatori hanno trascorso una serata a Pavana) a quelli con gli abitanti delle vallate e delle vette del nostro Appennino. Dalle bellezze della natura fatta di scorci mozzafiato, piante e animali a quella trovata sulla tavola ogni sera. Eh sì, perché il podoeroe camminando molto ha bisogno anche di molto “carburante”... sempre per la gioia di ristoratori e rifugi. Il che fa anche bene all'economia locale...
«Lo spirito alla base di questa avventura», conclude il comandante, «è ben sintetizzato nella frase dell'amico romanziere e camminatore Enrico Brizzi: solo se hai guadagnato la meta a passo d'uomo, nutrendoti di fatica e meraviglia un giorno dopo l'altro, puoi dire a buon diritto: questa terra è la mia terra. Ed è stato proprio così. Alla fine la nostra terra ci è entrata dentro... l'abbiamo sentita pulsare sotto i nostri passi, abbiamo ascoltato i racconti della sua gente, abbiamo condiviso la pioggia, il sole e il fango. Alcuni ritengono che quella linea che unisce l'Emilia con la Romagna nella denominazione trascritta in Costituzione sia un semplice trattino... Noi invece pensiamo che quel trattino sia il Cammino dell'Eroe».

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