Alluvione, denuncia in procura dei residenti

Rimini

RIMINI. L’acqua entrata in casa in maniera violenta, che ha divorato e distrutto ogni cosa. Un intero quartiere devastato, garage e appartamenti allagati, vegetazione distrutta, acqua e fango che raggiungevano in alcuni punti l’altezza di alcuni metri, auto, moto e attrezzature varie inghiottite. E’ il racconto della terribile notte del 6 febbraio scorso, vissuta da centinaia di persone, decine di famiglie che hanno subito danni per migliaia di euro.

Non una “semplice” alluvione, ma una vera e propria irruzione delle acque del fiume Mavone, entrato nelle abitazioni con una forza devastante. I residenti di Vergiano domani presenteranno una denuncia per danneggiamento colposo alla procura per individuare le responsabilità di un fenomeno che ha messo in ginocchio una comunità.

I 58 cittadini firmatari della denuncia-querela, che si sono affidati all’avvocato Massimiliano Orrù, non fanno nomi, ma delineano circostanze che potrebbero in qualche modo avere contribuito a causare l’evento o comunque ad aggravare le conseguenze dello stesso. Come la necessità di verificare «se le strutture, nelle quali rientrano le opere di bonifica nonché gli impianti idraulici, fossero adeguati alle condizioni del territorio anche e soprattutto in ragione delle modifiche subite in un momento successivo alla oro realizzazione». I cittadini sottolineano di non potere certamente tacere in merito al fatto «che i fossi, al di fuori del taglio dell’erba, da tempo non subivano alcuna manutenzione. Analoga situazione riguardo agli argini del rio Mavone, verosimilmente inadeguati e incapaci di contenere la portate del fiume».

E’ circostanza curiosa - si sottolinea nell’atto di denuncia - che solo nei giorni successivi all’alluvione, le varie autorità per le rispettive competenze, si siano attivate con interventi urgenti per operare la pulizia dei fossi, l’innalzamento degli argini e l’ampliamento della sezione del rio per aumentare la capacità di contenimento e prevenire il rischio di nuovi straripamenti in caso di piogge. «Verosimilmente ulteriori interventi hanno riguardato le idrovore o comunque le varie strutture deputate a fare defluire le acque». I firmatari della denuncia si domandano se chi aveva la competenza e il dovere di adeguare le opere di bonifica si sia adoperato in tal senso. La zona è stato oggetti di studio idraulico e allora - sottolineano - è davvero difficile comprendere la portata dell’evento anche in ragione dell’esistenza dell’impianto idrivoro che avrebbe dovuto certamente evitare o comunque contribuire a contenere l’evento. «Se anche si volesse invocare la straordinarietà dell’evento a fronte della combinazione dei fattori pioggia, mare e vento ciò poteva valere laddove non vi fosse stato un sistema idraulico previsto proprio per vincere tali prevedibili resistenze. Questa, conclude la denuncia, l’ulteriore ragione per approfondire il corretto funzionamento dell’impianto idrovoro o, a monte, l’adeguata incapacità dello stesso rispetto alle intuibili esigenze della zona».

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