Picchia la compagna incinta di cinque mesi

Rimini

 

RIMINI. Picchia la compagna incinta mettendone a rischio la gravidanza alla quattordicesima settimana: un operaio 37enne è stato sottoposto dal Gip del tribunale di Rimini alla misura cautelare del divieto di avvicinamento all’abitazione della donna e all’obbligo di tenersi a una distanza non inferiore a 500 metri da lei. Il sostituto procuratore Davide Ercolani aveva chiesto la misura detentiva in carcere. Le violenze nei confronti della donna andavano avanti dall’estate 2013, poche settimane dopo l’inizio della loro storia, e l’ultimo episodio risale al 20 marzo scorso. Un mese prima, a metà febbraio, il 37enne, sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti, aveva colpito la compagna con calci e pugni all’addome e alla testa. Poco tempo prima l’aveva minacciata con un coltello da cucina facendo pressione con la lama sul collo. Nonostante fosse finita già altre volte in ospedale per le botte del compagno, la donna si era rifiutata di denunciarlo. Ma alla fine non ce l’ha fatta più e ha deciso di rivolgersi alla polizia. Fra l’altro, gli agenti erano già intervenuti in un’occasione su segnalazione del pronto soccorso perché nel referto medico era specificato che le ferite riportate dalla donna, già in stato di gravidanza, erano state “provocate da percosse”.

La donna ha spiegato che i rapporti con il suo ex hanno iniziato ad andare male quando lei ha scoperto che lui aveva una relazione con un’altra donna. Da quel momento sono iniziati i litigi, sempre più violenti. Il tutto era aggravato dal fatto che l’uomo, secondo quanto riferito dalla ex compagna, faceva uso di cocaina e abusava spesso di alcolici.

Nel 2014, la proprietaria dell’abitazione dove convivevano aveva chiesto più volte l’intervento di polizia e carabinieri per via dei continui litigi. Nel luglio di quell’anno, al culmine di un’accesa discussione, a furia di pugni e calci, il 37enne le aveva provocato un trauma cranico e facciale, un trauma al torace accompagnato da vari tagli dovuti al fatto che mentre la picchiava indossava un orologio di metallo. Quando ha scoperto di essere incinta le cose sono pure peggiorate perché il padre non voleva tenere il bambino, non lo avrebbe riconosciuto. Così, la donna gli aveva fatto credere di avere abortito (anche se di fatto, con tutta la violenza subita, la sua gravidanza è considerata a rischio). Quando la storia tra i due sembrava ormai chiusa, il 16 febbraio scorso, lei ha incontrato l’operaio in compagnia di un’altra. I due ex conviventi si sono affrontati e lui ha iniziato a prenderla a calci nelle gambe e alla pancia. La ragazza che accompagnava il 37enne in quell’occasione aveva anche afferrato la pochette che la vittima aveva nel cestino della bicicletta e nella quale, ha dichiarato alle forze dell’ordine, aveva il bancomat, la carta di credito, il passaporto e un assegno di 30mila euro.

Infine l’episodio del 20 marzo scorso: lui l’aveva riavvicinata adducendo problemi economici e la difficoltà di pagare l’affitto. I due si sono incontrati ma è finita ancora male per la donna, costretta per l’ennesima volta alle cure ospedaliere.

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