Trc, volano gli stracci: Riccione tagliata fuori

Rimini

RIMINI. Botte da orbi tra Rimini e Riccione. La costruzione del trasporto rapido costiero, il cui termine è previsto per il 2017, riaccende lo scontro tra i due comuni: il sindaco della Perla Verde, Renata Tosi, punta dritto contro il collega riminese, Andrea Gnassi, e lo accusa di un «gesto antidemocratico e avvilente».

Lo fa dopo essere stata tagliata fuori da alcune delle operazioni sul Trc al termine del Comitato di coordinamento che si è svolto ieri mattina, a Bologna, dove hanno partecipato anche la Regione, la Provincia, i Comuni di Cattolica, Misano Adriatico e Agenzia Mobilità. Al voto la proposta, avanzata in passato già da Am, che ha dato fuoco alle polveri: «Nominare un commissario ad acta che possa surrogare i dirigenti del Comune di Riccione nella adozione di determine e di ordinanze relative alla regolamentazione della viabilità che vengono omesse, ritardando così la realizzazione opera pubblica».

Così recita la nota arrivata dalla stessa Provincia, in cui si chiarisce anche che la richiesta è stata votata con la quasi unanimità - Riccione si è opposta - e «non incide in alcun modo sulle potestà amministrative proprie del sindaco». L’atto, inoltre, è motivato «dai ritardi registrati nella realizzazione dei lavori e dai ripetuti inviti rivolti al sindaco di Riccione al rilascio dei dovuti atti di regolamentazione della viabilità, finalizzati a consentire l’esecuzione dei lavori nei termini previsti». Insomma, conclude la nota, «la decisione assunta è volta a tutelare tutte le amministrazioni incluse nell’accordo di programma e consentire il completamento dell’opera».

Apriti cielo. La Tosi è partita al contrattacco e ha messo sul banco degli imputati Gnassi, “reo” di «avere avanzato la richiesta per esautorare i diritti di rappresentanza del Comune di Riccione, all’interno del Comitato». Una richiesta, continua il primo cittadino, «di una gravità assoluta ed inaccettabile che spiega da sola che tipo di atteggiamento cova all’interno del Pd riminese e del suo principale rappresentate politico».

Non solo, la Tosi, sempre all’interno di una nota, difende il blocco dei cantieri: «All’interno del nostro territorio, si devono osservare i requisiti di sicurezza e di compatibilità con le esigenze economiche dei nostri commercianti».

Durante la riunione bolognese sembra che il primo cittadino abbia preso le distanze dalla dirigente Graziella Cianini per gli atti firmati sullo slittamento dei cantieri e dalla richiesta danni da 700mila euro fatta da Am. Contattata al telefono, però, la Tosi assicura di non essersi dissociata: «La difendo, se ha agito è perché lo ha fatto secondo legge. Ne siamo certi».

Il problema, sempre secondo il primo cittadino della Perla Verde, «non è il mio dirigente», ma è «Gnassi». Ancora lui, sempre lui. Il motivo? «Ci vuole mettere fuori dalla porta per non disturbare il manovratore. Circondato dalle sue incapacità e dai suoi errori, alcuni dei quali come tutti sanno gravano pesantemente sulla sua stessa credibilità di amministratore pubblico, non sa fare altro che ricorrere ad un gesto autoritario». Gesto su cui, prosegue la Tosi, «se i sindaci dei Comuni a lui fedeli ne sosterranno la richiesta, se ne assumeranno ogni personale e politica responsabilità».

L’ultimo capitolo riguarda però il risvolto della situazione. La Tosi assicura di non sentirsi già fuori, «dovrà decidere un giudice se nominare un commissario», ma c’è chi già chi maligna che con questo taglio forzato si libera del fardello delle promesse del blocco del Trc, su cui ha costruito parte della campagna elettorale. Lei nega: «La mia battaglia continua: il Comune di Riccione non prende ordini da chi non è autorevole e vuole essere autoritario». (simone mascia)

 

 

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