Don trova bot del 1914 e incassa 5mila euro? Altra bufala di Agitalia

Rimini

RIMINI. Un parroco riminese trova un buono del tesoro d’inizio secolo e incassa quasi 5mila euro dopo avere fatto “causa” alla Banca d’Italia. Una storia clamorosa con tanto di presentazione di pseudo documenti, false testimonianze e presunti ricorsi per decreti ingiuntivi di pagamento fatti dal giudice di pace. La notizia è stata ripresa da alcuni organi d’informazione che non hanno resistito alla tentazione. Peccato che sia tutto una “bufala” venduta con sapienza. Sono tornati infatti alla carica dall’agenzia Agitalia: l’ultima volta, qui in zona, avevano tentato di vendere la storia della “nonnina” 98enne che aveva ritrovato a Rimini 47 milioni di vecchie lire nel materasso. Lo avevano fatto in questo periodo, il 19 marzo dello scorso anno, gettando nel web questa “polpetta avvelenata” con tanto di dichiarazioni e fatti raccolti da alcuni organi d’informazione. E adesso, sempre dalla “fabbrica di bufale” Agitalia - l’associazione che «realizza attività di interesse per la comunità degli associati», come si legge sul loro sito web - hanno ritentato con un piano cesellato nei particolari. Il protagonista è don Antonio C., parroco a Rimini da tanti anni ma originario di Isernia: in una delle sue visite a casa dei genitori, in Molise, il prete avrebbe ritrovato il bot del 1914 del valore di due lire all’interno di una vecchia edizione de “I promessi sposi”. Da lì la richiesta a Banca Italia per avere il controvalore in euro con tanto di rivalutazione. Richiesta respinta e intervento del giudice di pace con finta sentenza per liquidare il pagamento di 4.750 euro, su cui il parroco 55enne assicura: «Li darò in beneficenza». Prete però che «non risulta da nessuna parte, nessun Antonio C. di 55 anni originario del Molise», spiegano dalla Diocesi di Rimini. E non solo: anche a Isernia e dintorni del don non c’è traccia. Non resta che chiamare l’Agitalia, dove però i referenti Giacinto Canzona e Andrea Pallante - ormai noti per le loro invenzioni anche a livello nazionale - hanno il telefono staccato. Da mattina a sera. Insomma, l’ennesima storia sui cacciatori di lire gettata ai giornali come l’osso per il cane. 

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