Enac: «Le certificazioni sono ancora incomplete. Porte chiuse, un disguido»

Rimini

 

RIMINI. L’Enac respinge al mittente le accuse di AiRiminum di aver trovato le porte chiuse in aeroporto, ma soprattutto sottolinea che la certificazione della società non è affatto completata. Un dettaglio che - salvo difficili colpi di acceleratore - farà quasi certamente slittare la riapertura del Fellini.

Un passo indietro. Secondo la ricostruzione di AiRiminum a bloccare lunedì scorso, l’ingresso al Fellini dei 14 dipendenti della società riminese sarebbe stato lo stesso Enac: «Le chiavi sono state richieste da Paolo Trapani, già direttore generale della fallita Aeradria, il quale ha dichiarato di agire su richiesta di Maria Concetta Laudato, direttore di Enac Emilia Romagna».

Porte chiuse. L’Ente dei cieli precisa però che «la ricostruzione di AiRiminum non corrisponde alla realtà dei fatti. Il disguido è stato causato essenzialmente da un passaggio di consegne che non si è svolto nel rispetto dei ruoli e delle competenze dei vari soggetti coinvolti. Anche se, di fatto, i dipendenti di AiRiminum sono ospitati, già da vari giorni, presso gli uffici dell’Enac da cui possono continuare a svolgere con regolarità il proprio lavoro. Così come è avvenuto anche lunedì e nella giornata di ieri».

AiRiminum. AiRiminum 2014 valuta positivamente il chiarimento avuto con l’Enac «e la comunicazione ricevuta ieri dalla Direzione Aeroportuale Emilia Romagna che consente ai suoi dipendenti di continuare ad operare all’interno dell’aeroporto di Rimini».

I ritardi. La questione più delicata è però quella che riguarda i tempi lunghi che AiRiminum sta impiegando per riaprire il Fellini.

L’Enac spiega che «ci sono dei ritardi che stanno impedendo alla società di operare al meglio ai fini di una riapertura dello scalo a breve». Ritardi che però «non sono imputabili al nostro operato, né a quello delle strutture centrali né a quello delle strutture territoriali».

«Nonostante i ripetuti solleciti - aggiunge l’Enac -, la società AiRiminum fino a ieri, non aveva infatti ancora fornito all’Ente le evidenze tecnico-documentali previste dalla normativa in vigore relative all’ottenimento delle attestazioni e certificazioni per la security e per l’handling, e non ha ancora presentato il piano di emergenza aeroportuale».

I passaggi. Di fronte a tali affermazioni è facile intuire che Enac non considera ultimate le certificazioni che - a dire di AiRiminum - sono state invece ottenute lunedì 9 febbraio. Anzi, dopo che la cordata avrà completato la documentazione richiesta da Enac sarà necessaria la firma della convenzione con l’Ente per 30 anni, oltre al via libera di due ministeri quello dei Trasporti e quello dello Sviluppo economico. Sino a quel momento lo scalo di Miramare resterà in mano all’Enac. Ecco perché non si intravedono tempi così brevi per il ritorno in pista del Fellini. Fermo restando che i dipendenti dovrebbero continuare a entrare nella struttura grazie alla deroga concessa dallo stesso Enac.

Gli incontri. Visti i problemi il direttore generale dell’Enac Alessio Quaranta intende convocare entro breve l’amministratore unico di AiRiminum, Leonardo Corbucci «per tracciare lo stato effettivo dell’iter tecnico-amministrativo richiesto alla società, e verificare le previsioni reali di riapertura dell’aeroporto di Rimini». Intanto la società riminese conferma l’incontro in programma per oggi pomeriggio fra il presidente Laura Fincato, il direttore generale Marco Consalvo e i sindacati.

 

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui