Nuove ombre sull'infermiera arrestata

Rimini

RAVENNA. L’atteso verdetto sul licenziamento per giusta causa dell’infermiera di Lugo da parte dell’Ausl non c’è stato. Il giudice del lavoro Roberto Riverso si è infatti riservato la decisione, riserva che sarà sciolta verosimilmente entro la settimana. Vista anche la delicatezza della questione, il magistrato ha opportunamente preso tempo per valutare nel dettaglio il materiale presentato dai legali, l’avvocato Stefano Dalla Valle che assiste Daniela Poggiali e i giuslavoristi Carlo Zoli e Valentina Campion che rappresentano l’Ausl. Intanto emergono nuovi episodi attribuiti all’infermiera: sarebbe stata vista correre e canticchiare mentre spingeva una barella con una paziente defunta durante i suoi turni di servizio in ospedale

Distanti, ovviamente, le posizioni tra le parti in un’udienza in cui non sono mancate schermaglie e frizioni e nella quale, tra le righe, il giudice ha fatto capire quale sarebbe stata a suo parere la soluzione più opportuna, ovvero sospendere la decisione in attesa della definizione della vicenda penale. Che, ovviamente, resta sullo sfondo e incide non poco. Riverso dovrà decidere se il licenziamento, basato su un presunto furto di dieci euro e due foto che ritraggono l’infermiera in pose sconvenienti con una paziente deceduta, sia legittimo o meno. Per il difensore della Poggiali non lo è; l’avvocato Dalla Valle, oltre a contestare l’assenza di prove su un furto «che non c’è stato», ha ribadito la necessità di «contestualizzare l’episodio delle foto». Pur riconoscendo come «inquietanti e sgradevoli» quelle immagini, per il legale gli scatti non sono sufficienti «a giustificare un licenziamento per giusta causa»; ritenendo più opportuno un provvedimento disciplinare conservativo. L’ipotesi di una misura ad personam è stata però respinta dal professor Carlo Zoli che ha ricordato come l’azienda sanitaria abbia adottato lo stesso provvedimento anche nei confronti dell’altra operatrice socio sanitaria (Sara Pausini) che aveva materialmente scattato le foto.

Ad avviso del giuslavorista - che ha chiesto la condanna della controparte per lite temeraria per aver sollevato il dubbio che la paziente ritratta nelle immagini non fosse morta -, il provvedimento è del tutto legittimo. Non solo per i furti di cui la Poggiali è sospettata, ma soprattutto per quegli scatti, ritenuti «un fatto di un gravità enorme, considerando il contesto in cui opera un’infermiera, alle prese con pazienti che rischiano la vita e la salute e che hanno il diritto di essere assistiti da una persona che non ride se muoiono».

Zoli contesta poi l’atteggiamento di cui è accusata l’infermiera attualmente in carcere. La donna, come riferito in aula dal legale, sarebbe stata vista «canticchiare mentre spingeva una barella con una paziente deceduta». Un episodio finora mai emerso, che figura agli atti ma che è stato contestato dall’avvocato Dalla Valle in quanto privo di riscontri e frutto solo di racconti riportati.

 

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