Violenza sessuale a ragazzina, quindicenne arrestato

Rimini

RAVENNA. Una passeggiata in pieno giorno con un amico si trasforma in un incubo: 15enne stuprata al parco, e nessuno vede nulla. Per quei fatti, dopo mesi di indagini, un giovane (15enne anche lui) finisce agli arresti domiciliari, su ordine del tribunale dei minori, per violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico.

I fatti risalgono alla fine di aprile scorso, così come ricostruiti dagli inquirenti. Lei e lui, conoscenti, decidono di fare una passeggiata assieme al parco del mausoleo di Teodorico. Lui è in bici, lei a piedi. Mentre stanno camminando, lui le palpa il fondoschiena, lei lo allontana. Lui insiste, lei rifiuta. Poi, giunti a una statua, lui appoggia la bicicletta al cippo e fa per baciarla. Lei lo scansa e comincia ad agitarsi, così lontano da casa.

E’ a quel punto che lei cerca di darsi alla fuga, ma lui le blocca il braccio e da lì, inizia il terrore. La strattona, la immobilizza e, infine, la minaccia: «Se non stai ferma, chiamo i miei amici che ti stuprano meglio». La costringe a sdraiarsi, continua a toccarla, in un crescendo inarrestabile di paura: la spoglia di pantaloni e slip e, ormai raggelata dal terrore, la stupra. Prima di andarsene, l’ultimo “avvertimento”: «Non dire niente, che non voglio casini».

Quando la ragazza riesce a trovare la forza per vestirsi e scappare, corre a confidarsi con due amiche: a loro, si mostra sotto choc. Le ragazze le consigliano quindi di chiedere aiuto ed è così che, l’indomani, si presenta al pronto soccorso. Da lì, partono le procedure di legge e, quindi, la denuncia alla squadra mobile di Ravenna che segnala il fatto alla Procura dei minori. Settimane più tardi, superato lo choc iniziale, la ragazzina riesce a riconoscere il presunto aggressore dalle foto e a raccontare il pomeriggio di terrore. Al quale nessuno però sembra aver assistito: o comunque, nessuno è intervenuto a salvarla. Per la procura e il tribunale dei minori il racconto della vittima, e delle due amiche alle quali si era confidata, è sufficiente a delineare la gravità dei fatti. Secondo il gip Anna Filocamo, quella del 15enne arrestato (ora difeso dall’avvocato Nicola Casadio) è stata «un’azione preordinata, priva di qualsiasi freno inibitorio». E ancora. «Un’azione violenta, di certa e reiterata sopraffazione della volontà contraria altrui», e che «denota l’attuale totale incapacità di governare le proprie pulsioni, fino al punto di dare corso ad agiti capaci, come nel caso, di provocare gravissime conseguenze per la vittima». Insomma, quanto basta per accogliere le richieste del pm e disporne quindi la misura cautelare della permanenza domiciliare. Il 15enne, incensurato, nei prossimi giorni potrà raccontare la sua versione e difendersi: l’interrogatorio di garanzia sarà fissato entro martedì.

 

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