Malpezzi e Rontini in retromarcia

Rimini

FAENZA. Lo tsunami politico del post voto sulla “Valorizzazione della famiglia naturale” ha portato il sindaco Giovanni Malpezzi ad uscire allo scoperto. In una lettera il primo cittadino mette nero su bianco la sua versione dei fatti. Considerazioni che lo vedono tornare sui suoi passi e che lo portano a dichiarare disponibilità a farsi «promotore di un nuovo documento. Un testo - spiega Malpezzi - più rispettoso che dimostri come la valorizzazione della famiglia si sia tramutata a Faenza in impegni concreti, verso chiunque e senza alcuna discriminazione».

Ma a fare un passo indietro è anche la consigliera comunale Manuela Rontini, fresca di elezione in Regione, che con Malpezzi ha votato il documento. In un post su Facebook è chiara: «Ho sottovalutato la cosa, ne sono dispiaciuta e mi scuso. Chi mi conosce sa che ho sempre cercato di lavorare per unire, considerando il rispetto per le diversità la migliore risorsa che abbiamo. Non solo in politica».

Il sindaco comunque, prima di entrare nello specifico di questo cambio di rotta, ci tiene ad evidenziare come «temi complessi come quello della famiglia di oggi, che attraversano sensibilità e considerazioni etiche prima ancora che politiche, mal si addicono infatti ad un semplice resoconto sull'approvazione di un ordine del giorno, più o meno riuscito». Un ordine del giorno che lo stesso primo cittadino poco dopo definisce «poco riuscito».

La presa di coscienza della distanza tra le posizioni del Pd e il documento approvato, basta vedere le voci di dissenso levatesi, ha così portato ad un dietrofront dell'inquilino di palazzo Manfredi. «Il voto favorevole mio e di altri consiglieri comunali - spiega nella lettera Malpezzi - è scaturito solo dopo lo stralcio dal documento di alcune considerazioni retrograde e non condivisibili e dall'invito alla Giunta di introdurre il “fattore famiglia”. Proposta simile al quoziente familiare presente nel programma di mandato dell'amministrazione». Per queste ragioni e soprattutto «temendo che un voto contrario su questo aspetto sarebbe stato letto come una evidente incoerenza» il voto positivo è arrivato anche da parte del sindaco e di altri sette consiglieri democratici.

Nella lettera scritta da Malpezzi seguono poi velate scuse. «Sono rammaricato di aver sottovalutato la lettura che sarebbe stata data di quel voto e dell’interpretazione dell'aggettivo naturale che può essere fuorviante, fino al punto di attribuirmi valutazioni e pensieri che non mi appartengono. Lungi da me - prosegue - voler discriminare, atteggiamento che non solo non mi appartiene ma non può appartenere ad alcun amministratore pubblico. Lungi da me- alcun intento di voler rappresentare posizioni confessionali o considerate oltranziste». Infine il sindaco sottolinea come «la dignità di famiglia non è prerogativa né del matrimonio, né di alcuna altra convenzione sociale, ma del rispetto reciproco e della capacità di assumersi la responsabilità di condividere obiettivi di vita insieme».

 

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