Si spara in pineta: uccisi i primi daini

Rimini

RAVENNA. Alla fine, tanto tuonò che piovve. Fumano i fucili nella pineta di Classe: da lunedì scorso, i 67 cacciatori specializzati sorteggiati per la selezione degli altrettanti daini hanno cominciato a sparare. Già abbattuti i primi esemplari: riserbo sul numero assoluto ma sarebbero al momento poche unità. Fino a tutto dicembre, gli unici ungulati che potranno essere uccisi sono i maschi adulti, da gennaio poi la caccia potrebbe essere aperta alle femmine. Gli animali cacciati sono tutti finiti nei freezer dei loro conquistatori: prima, però, le carcasse sono state sottoposte agli esami di rito al macello. Il protocollo, a riguardo, parla chiaro: prima di tutto analisi del sangue, e dell’intestino; di fronte alla salubrità del daino giustiziato, e dopo che il suo cacciatore avrà pagato la quota necessaria per portarselo a casa, la selvaggina è in tutto e per tutto di proprietà di chi lo caccia, e finisce nella maggior parte dei casi sulle tavole. Così è stato anche nel caso dei daini uccisi da lunedì a ieri sera. Nello specifico, alle radure dove sono posizionate le altane per la caccia l’accesso è interdetto ai non addetti ai lavori ma di fatto libero, perché non recintato. Le uniche limitazioni riguardano i cacciatori che possono sparare solo in prossimità delle altane. La caccia al daino è possibile un’ora prima dell’alba e un’ora dopo il tramonto, quindi di fatto al buio. Per portarsi a casa un daino di statura "normale" il cacciatore spende 100 euro, fino a 200 per un daino palancone, di quelli con corna lunghe e ben formate: pesano dai 70 ai 90 chili circa. L’abbattimento è stato deciso dalla Provincia per far fronte al proliferare degli ungulati, introdotti oltre 20 anni fa nella pineta di Classe abusivamente: la Provincia ne ha censiti oltre 200 nel 2013, oltre 130 quest’anno; comunque troppi per gli 800 ettari di pineta. Alcuni di loro hanno creato danni alle colture che confinano con la pineta e la Provincia dice di non potere più nulla contro gli attraversamenti della statale e della ferrovia. Non sono d’accordo gli animalisti che continuano a chiedere l’interruzione della mattanza e di rivedere il piano di contenimento, magari passando per la cattura e il trasferimento o per la sterilizzazione, esclusa dall’ente di piazza Caduti per via degli alti costi.

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