Scoperti all'esame per la patente con microcamera e auricolare

Rimini

RAVENNA. Una microcamera sul collo della camicia riprendeva le domande, inviate in tempo reale a due complici appostati dentro un’auto fuori dalla Motorizzazione. Erano loro a cercare la risposta giusta e a sussurrarla con un’auricolare all’amico che, in quel modo, sarebbe riuscito a superare senza problemi l’esame di teoria per la patente senza aver mai aperto un libro.

Le prime due risposte sono andate via lisce, poi è intervenuta la polizia stradale. E così nei guai sono finiti tutti i protagonisti del piano: tre immigrati pakistani, tutti trentenni residenti a Ravenna denunciati per tentativo di induzione in errore di pubblico ufficiale, in concorso.

Gli uomini della polizia giudiziaria della Stradale erano arrivati in via Trieste poco prima che cominciasse l’esame, allertati da alcuni funzionari della Motorizzazione che avevano notato l’eccessivo nervosismo del pakistano. L’uomo si muoveva in continuazione, sudava e sembrava più interessato a trovare una posizione comoda sulla sedia che a ripassare fino all’ultimo il manuale di guida, a differenza di tutti gli altri esaminandi. Quando alcuni agenti in borghese si sono avvicinati fingendosi anche loro sotto esame hanno notato che l’uomo parlava nella sua lingua e sembrava ricevere istruzioni da qualcuno. Nel frattempo altri agenti hanno individuato nel parcheggio dell’ente un’utilitaria sospetta con due persone a bordo. I due sono stati sorpresi in flagranza mentre ricevevano su un pc le foto della schermata (con la relativa domanda del quiz) fatte dal complice che, oltre alla telecamera e all’auricolare, aveva in dotazione anche una specie di telecomando con cui scattare le foto. Per dare le risposte corrette i complici consultavano il programma informatico sul quale in genere si esercitano gli allievi delle scuole guida.

Materiale da vero 007 che ha stupito gli stessi agenti. I fili della microcamera e l’auricolare erano stati nascosti sotto la camicia e, per evitare sporgenze sospette, erano state utilizzate anche una panciera e del nastro adesivo.

Oltre al materiale informatico la polizia stradale ha sequestrato anche 3mila euro in contanti trovati nelle tasche dei “suggeritori”. Gli inquirenti stanno cercando di capire se si trattasse o meno di denaro frutto di un pagamento per il servizio di “intelligence”.

Un piano però finito malissimo, perché quando le trasmissioni con l’auto dei complici si sono improvvisamente interrotte, il pakistano ha dovuto proseguire l’esame da solo. E l’esito finale è stato di 38 risposte sbagliate su 40. Le uniche due giuste erano infatti quelle che gli erano state suggerite. Un dato che la dice lunga sulla sua pericolosità sociale nel caso in cui pochi minuti dopo gli fosse stato concesso il “foglio rosa”.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui