Veleni interrati in mezzo alla Baiona, scatta il sopralluogo degli inquirenti

Rimini

 

RAVENNA. Dopo le inquietanti rivelazioni alle recenti udienze del processo sulle morti del Petrolchimico che hanno portato all’apertura di un fascicolo per l’ipotesi di disastro ambientale, ieri mattina i sostituti procuratori Monica Gargiulo e Lucrezia Ciriello hanno effettuato un sopralluogo nell’area del distretto chimico dove sarebbero avvenuti gli smaltimenti illeciti.

Un accertamento sul campo, alla presenza anche dell’ispettore della Forestale in organico alla Procura e dei tecnici dell’Arpa, per appurare quanto raccontato in aula da alcuni ex operai, che avrebbero ammesso di aver scaricato amianto e altri residui di lavorazione tossici nella pialassa Baiona, trasformata in una sorta di cimitero di veleni.

Nel corso dell’intervento, anche grazie a rilievi fotografici risalenti nel tempo, è stata individuata nel dettaglio l’area, estesa qualche ettaro, dove sarebbero stati sotterrati gli scarti.

Una porzione di terreno che negli anni è profondamente cambiata. L’acquitrino paludoso degli anni ‘80 è stato infatti in qualche modo bonificato e in quello che un tempo era un unico complesso industriale sono sorte nuove costruzioni produttive e logistiche di pertinenza all’attività di diverse società, non solo l’Enichem. L’area al centro dell’indagine risulta frazionata tra il colosso energetico, una ditta interna ad esso legata e un’altra azienda che confina sul lato meridionale del distretto, i cui responsabili, ha rimarcato il procuratore capo Alessandro Mancini, «hanno fornito la massima collaborazione» agli inquirenti.

In questa fase saranno acquisiti tutti i dati relativi ai rilievi di routine che già in passato sono stati effettuati nell’area da Arpa - e dai quali non sarebbero emersi valori anomali o comunque allarmanti - ma ulteriori accertamenti, anche tramite carotaggi mirati, saranno svolti nelle porzioni di terreno finora rimaste escluse dalle indagini amministrative.

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